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Autore Topic: Valentano, rifacimento dalla piazza ?  (Letto 119656 volte)
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« Risposta #135 il: Luglio 25, 2008, 16:49:21 »

Primo zampillo ufficiale della fontana.

Piscia di fuori??? 

 
  Oh CiocchettooOOOO...e che sarebbe questo linguaggio scurrile e volgareee??? 

Da te poi....non me lo sarei mai aspettato!! 
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« Risposta #136 il: Luglio 25, 2008, 18:00:56 »

Primo zampillo ufficiale della fontana.

Piscia di fuori??? 

Ahhhhhhhh Ciocchetto....non fare il puntiglioso...quanno scappa scappa...

P.S. : scusate l'OT 

A parte gli scherzi, sono proprio curioso di tornare al paesino ed "ammirarla" dal vivo....(lo dico senza polemica per chi avesse idea di prendere spunto per qualche attacco... )
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« Risposta #137 il: Luglio 25, 2008, 19:07:24 »

L'acqua che vedete al di fuori della fontana è dovuta al fatto che gli idraulici (Clelio e Diego) se la sono tirata addosso di brutto ed hanno bagnato anche qualche curioso passante il tutto nella più totale allegria.
(Vedi foto)


* DSCF3535.JPG (783.31 KB, 1600x1200 - visto 480 volte.)
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« Risposta #138 il: Luglio 26, 2008, 02:47:54 »

Finalmente ho trovato il metodo per pulire la sottocoppa della macchina!!!
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« Risposta #139 il: Luglio 26, 2008, 19:11:44 »

  salve gente,mi sapete dire che tipo di pantofole speciali devo comprare per poter camminare su questa piazza??
grazie
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« Risposta #140 il: Luglio 28, 2008, 14:02:12 »

perchè sono stati posizionati degli alberi di Liliodendrum tulipifera , propri non mi piacciono, avrei preferito delle essenze mediterranee che più ci appartengono.
avrebbero dato un tono più VERO alla piazza.
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l'apparenza delle cose come vedi non mi inganna, preferisco le sorprese di quest'anima tiranna
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« Risposta #141 il: Luglio 28, 2008, 14:27:23 »

perchè sono stati posizionati degli alberi di Liliodendrum tulipifera , propri non mi piacciono, avrei preferito delle essenze mediterranee che più ci appartengono.
avrebbero dato un tono più VERO alla piazza.

Tipo i lecci che c'erano prima (fino alla fine degli anni '70) lungo via Roma e che tuttora sono nei giardini delle scuole, ad esempio?
Comunque quelli che hanno messo in autunno sono spettacolari, anche se del tutto fuori contesto.
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« Risposta #142 il: Luglio 28, 2008, 23:29:16 »

perchè sono stati posizionati degli alberi di Liliodendrum tulipifera , propri non mi piacciono, avrei preferito delle essenze mediterranee che più ci appartengono.
avrebbero dato un tono più VERO alla piazza.

se il clima permettesse sarebbero ottimi i ficus benjamin, ma penso che non sopportino le temperature basse. Qui in Sicilia li sto vedendo grossi come Baobab
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« Risposta #143 il: Luglio 29, 2008, 10:22:55 »

Finalmente ho trovato il metodo per pulire la sottocoppa della macchina!!!

...e il bidè a Teo!   

Volgvave e poco scuvvile Bardino! NO NO... 

 

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« Risposta #144 il: Luglio 29, 2008, 10:28:10 »

perchè sono stati posizionati degli alberi di Liliodendrum tulipifera , propri non mi piacciono, avrei preferito delle essenze mediterranee che più ci appartengono.
avrebbero dato un tono più VERO alla piazza.

http://www.giardinaggio.it/giardino/Alberi/Liriodendron/Liriodendron.asp

Oltre la tipologia, mediterranea o meno, credo che il problema principale sia dato dalle dimensioni:
li vedo troppo grandi per il posto che occupano...tempo un paio d'anni qualcuno si ritroverà i rami in casa 

Basta guardare quanto sono cresciuti quelli messi un paio d'anni fa su Viale Marconi a Viterbo - se non erro sono gli stessi alberi, o comunque mooolto simili!

Sono pronto a scommettere che non supereranno i 5 anni di vita!! 

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« Risposta #145 il: Agosto 01, 2008, 03:47:00 »

La scelta delle piante da destinare al verde pubblico non è una valutazione semplice da realizzare e non si limita solo ed esclusivamente al fattore estetico ed ornamentale che tra l’altro  è un parametro  molto soggettivo e visto i gusti sopraffini  e la  lingua (non corta) dei valentanesi  non   troverebbe mai e poi mai  un punto d’accordo fra tutti i cittadini. 

Tecnicamente ci sono dei parametri più importanti da valutare,per esempio delle specie possono risultare tossiche,altre  pericolose per la presenza di spine .Molte invece sono  allergeniche e se inserite in un contesto urbano sono in grado di ampliare la sensibilità degli abitanti alle allergie. Poi c’è il discorso delle incompatibilità climatiche,ovviamente una specie tropicale non può essere posta  in una zona climatica molto diversa  come la nostra. Molte piante vengono scelte per ridurre l’inquinamento acustico,altre per aumentare la “qualità” dell’aria… insomma la scelta non è semplice  e sentenziare con il primo “nome”  di pianta  che viene alla mente è veramente   banale  e riduttivo.(Il ficus di gieffe non voglio nemmeno commentarlo) 



http://www.giardinaggio.it/giardino/Alberi/Liriodendron/Liriodendron.asp

Oltre la tipologia, mediterranea o meno, credo che il problema principale sia dato dalle dimensioni:
li vedo troppo grandi per il posto che occupano...tempo un paio d'anni qualcuno si ritroverà i rami in casa 

Basta guardare quanto sono cresciuti quelli messi un paio d'anni fa su Viale Marconi a Viterbo - se non erro sono gli stessi alberi, o comunque mooolto simili!

Sono pronto a scommettere che non supereranno i 5 anni di vita!! 



I dati  di solito indicano lo sviluppo della  pianta nata e cresciuta  nel suo habitat naturale senza nessun intervento
da parte dell’ uomo.
Nello specifico  caso  c’è da considerare invece  che sono piante in “zolla” provenienti da vivaio,messe  a dimora in uno spazio ben delimitato e ristretto.

Con  interventi mirati di potatura  ,anche se la natura della pianta è di essere molto  rigogliosa non è difficile  da contenere.In inverno perde  le foglie e anche l’impatto visivo viene meno.
Personalmente  il Liriodendron  piace e sicuramente sarà  più gradevole da vedersi  rispetto a quello scempio edilizio che si trova alle spalle!!  
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Luigi
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« Risposta #146 il: Agosto 01, 2008, 09:35:27 »

Condivido quanto detto da Alfeuss, c'è da dire che occorre un'accorta gestione della potatura e dell'irrigazione dell' "Albero dei tulipani".

Piccolo appunto: il Leccio (o come viene detto da noi Elce) non è propriamente una pianta tipica di Valentano ma piuttosto di zone con condizioni edafiche e climatiche tipiche della macchia mediterranea  (scarsità di umidità ed acqua, suolo poco profondo ecc.) anche se si trovano spesso boschi puri  che si possono ritrovare ai Monti di Castro, di Torre Alfina o del Monte Argentario.
La gestione del leccio è più semplice per quanto concerne l'irrigazione anche se ha un portamento molto più imponente del Liriodendro ed un impatto "scenico" decisamente inferiore (un fattore da prendere in considerazione in quanto si parla giustamente di "arredo verde").
Il Liriodendro viene spesso usato da molti Landscape designer dato che tramite effetti luci e il cambiamento di colore delle foglie a cui è soggetto può creare "scene" diverse a seconda della stagione.

La scelta della piante è la parte più difficile nella progettazione del giardino infatti, oltre ai problemi di impatto visivo, della tossicità e della pericolosità, vanno considerati anche i residui della vegetazione, la colorazione delle foglie, il portamento, la necessità di irrigazione, la resistenza alla potatura, l'espansione delle radici, le esigenze di coltivazione, la resistenza alle basse temperature....insomma molto ma molto complicato.

Per questo per gli interventi più difficili e di un certo impatto ci sono professionisti dedicati. L'Italia primeggia nel landscape design peccato che professionisti come Patrizia Pozzi oppure Paolo Pejrone sono conosciuti solo all'estero!


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« Risposta #147 il: Agosto 01, 2008, 11:00:15 »

Per questo per gli interventi più difficili e di un certo impatto ci sono professionisti dedicati. L'Italia primeggia nel landscape design peccato che professionisti come Patrizia Pozzi oppure Paolo Pejrone sono conosciuti solo all'estero!

Si cominciassero a chiamare "architetti paesaggistici" invece che con un nome inglese che metà degli italiani ancora non capisce, forse comincerebbero anche a pensare in ottica di conservazione del paesaggio.
Ribadisco che i liriodendri sono spettacolari (soprattutto in autunno quando cioé la piazza di Valentano è praticamente deserta  ), ma sono piante che vengono dal nord America. I lecci non saranno piante diffusissime a Valentano, ma sono presenti da sempre sul nostro territorio: vedo che i lecci intorno alla scuola prosperano da decenni (le piante sono le stesse di quando andavo a scuola io), e quelle lungo via Roma sono state stroncate da una "depedonalizzazione" della via sempre più forte. Infine ho citato i lecci perché erano le piante già presenti come "arredo urbano" nella Valentano degli anni '60 e '70, sicuramente un "architetto paesaggistico" saprebbe trovare piante adeguate senza andarle a prendere dall'altra parte del pianeta.

P.S. Curioso poi che in un'ottica di conservazione in cui vengono giustamente imposti vincoli su persiane e intonaci, ci si perda di fronte a fontane e piante che non c'erano: per le piante, visto quello che vanno a coprire, ci si può anche passare sopra, per la fontana ci si passerà comunque sopra... 
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« Risposta #148 il: Agosto 09, 2008, 14:52:07 »

Dopo mesi di lavori che hanno escluso per troppo tempo la piazza dalla vita cittadina, con un' inaugurazione che si è rivelata bellissima occasione d'incontro per tutto il paese (complimentoni ad Angela ed ai ragazzi di creatività in movimento per l'affascinante spettacolo), finalmente la piazza del nostro borgo natio è tornata ad essere completamente praticabile. Ma chi si aspettava uno spazio urbano di grande qualità, chi sperava in un’indiscussa qualità architettonica però resterà fortemente deluso!
Dopo una realizzazione più simile ad una sofferta e lunga gestazione piuttosto che a lavori di riqualificazione, la concretizzazione delle idee progettuali ci presentano uno scenario che esclude totalmente la qualità sperata…
Malgrado le positive idee proposte nella fase di progettazione, la realizzazione ci lascia un panorama privo di veri e opportuni spazi d’incontro, dove il verde non diventa occasione per migliorare la qualità ambientale dell’area ma ogni piantumazione sembra utilizzata semplicemente come elemento di completamento di uno spazio mal gestito, non considerata nelle sue variabili di ordine  e storico-culturale.
La maglia formale, per quanto interessante e “vibrata” come rappresentazione, risulta totalmente incoerente con il resto del progetto, infatti se la serie di curve immaginate come “off set” del perimetro dell’area (che si concretizzano poi nel cambio di pavimentazione) regalano alla piazza un’interessante disegno a terra non sono più rintracciabili in nessuna altra componente del progetto, abbandonate dunque a se stesse e limitate a semplice segno grafico, senza riuscire a denunciare una qualsiasi gerarchia dei percorsi o altri ragionamenti effettuati, una maglia dunque che non è l’ossatura del progetto, non rappresenta un processo di retro-ingegneria chiara e  leggibile, ma risulta essere semplicemente fine a se stessa, utile solamente a descrivere la direzionalità della piazza (o forse più correttamente via)  che non regala agli abitanti una nuova qualità  urbana ma solo qualità estetica(de gustibus non disputandum est).
La realizzazione della piccola area di incontro lascia a dir poco a desiderare, priva di un qualsiasi dialogo con la maglia principale del progetto, semplicemente adornata dall’arredo urbano ,addossata alla piazza attraverso dossi praticamente impraticabili da una qualsiasi persona anziana (forse anche pericolosi in caso di pioggia o ghiaccio a causa della loro pendenza), risulta essere un luogo-non luogo dove le possibilità del modus vivendi sono totalmente limitate e l’arredo urbano diventa oggetto di riempimento di spazi privi di ragionamenti fondati sulle esigenze di chi si muove nella piazza stessa.
I giochi d’acqua, un’ idea affascinante, lasciano dubbi sulla loro coerenza storico-culturale e architettonica con il luogo stesso, se da un lato sottolineano una direzionalità interessante, coerente con il disegno della pavimentazione a terra, dall’altro non è chiara la necessità di voler utilizzare un elemento d’arredo così particolare in uno spazio esiguo che oltre a limitare l’area già ristretta della piazza non può essere utilizzato quotidianamente ma solo occasionalmente: carino ma decisamente poco utile e scarsamente funzionale.
Inoltre il disegno alla base della riqualificazione non riesce a suggerire a chi si muove nell’area, quale siano i vari percorsi all’interno del progetto, malgrado la maglia complessa, nulla ci suggerisce dove si devono muovere le macchine e dove i pedoni senza l’utilizzo degli elementi di arredo: infatti la viabilità pedonale si trova delimitata da una fila priva di una qualsiasi scansione ritmica di diffusori di luce di dubbia qualità estetica, senza i quali però, camminando nella piazza, nulla descriverebbe quale area è destinata a viabilità carrabile e quale alle persone creando uno spazio alienato dalla gente che vi si muove, alienato dal suo contesto culturale e privo di riferimenti alla società a cui il luogo appartiene.
Questo mio commento non vuole essere una “filippica” contro la riqualificazione della nostra piazza, ma  espressione di una delusione che brucia.
Oggi più che mai i centri storici delle nostre città sono divenuti, attraverso le opere di salvaguardia, aree destinate alle sole amministrazioni, carenti in servizi e abbandonati a se stessi, troppo spesso sono luoghi esclusivamente di rappresentanza, svuotati del loro senso funzionale dove le opere di progettazione sono destinate solo al mantenimento, per questo un tentativo di riqualificazione così radicale è a mio avviso apprezzabilissimo e deve essere un esempio per tutti gli altri centri storici dove il fascino dell’antico e la sua salvaguardia inibisce una qualsiasi forma di progettazione. Purtroppo la sensazione che la piazza ci regala è espressione  dell’amarezza di chi confidava in un progetto di grande qualità, che rispondesse pienamente al bisogno di spazi urbani ma è rimasto deluso, è espressione del sentimento di alienazione verso un luogo che non riesce soddisfare il “bisogno di città”. Ammirevole  e coraggiosa l’iniziativa comunale di un progetto nella piazza principale, in risposta alla richiesta di luoghi d’incontro, di spazi chiari, definiti, sicuri, accessibili, di grande qualità, identificabili come propri, di spazi urbani, ma che delude comunque le aspettative con una progettazione ricca di tanti buoni spunti, ma altrettanto ricca di difetti e pecche non proprio trascurabili che tendono a creare un luogo nuovo e totalmente isolato dalla vita del paese, lasciando un disegno fatto di segni indipendenti gli uni dagli altri, un mosaico di buone idee che nell’insieme risulta debole, povero nella risposta alle esigenze del paese e eccessivamente stemperato nel disegno progettuale…
Un ottima iniziativa dunque, ammirevole e coraggiosa ma purtroppo mal realizzata: un occasione persa….peccato !
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« Risposta #149 il: Agosto 10, 2008, 14:27:29 »

Non so come dirvelo. ma  "a me ""mi"" pare tanto un pugno in un occhio!"
se si voleva abbellire e riparare errori passati, non ultimo l'inqualificabile cappello della torre, certo non era questa la strada....
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