Riceviamo e pubblichiamo:Dopo l’infinita polemica sulla copertura della torre, cosa che accetto quanto gli interventi tendono anche a contestare un progetto ma in modo costruttivo anziché in maniera “velenosa” come avvenuto, pensavo che l’argomento fosse stato esaurito. Ma devo ricredermi, c’è ancora chi torna sull’argomento (la lingua batte dove il dente duole….) definendo “inqualificabile” il “cappello della torre”.
Chiamato personalmente in causa, più o meno velatamente, affrontato verbalmente in piazza in modo “almeno poco urbano” con accuse sostanziali di incompetenza storica (dove ho studiato storia medievale!), deriso alle spalle con qualificazione di visionario perché avrei consigliato l’amministrazione civica circa il progetto di copertura, ho evitato male risposte a chi le avrebbe meritate e mi sono ben guardato anche dal partecipare a questo forum, non per superbia ma solo per amore di Valentano, anche perché ho ritenuto che il piccolo “ruolo” tecnico svolto come supporto del progetto fosse stato almeno visionato da chi poi ha ritenuto di pontificare sull’argomento.
Interpellato, a tanti concittadini ho precisato quanto poi scrivo ora su questo forum.
Credo di dover ripercorrere brevemente, a titolo esclusivamente personale e per amore della verità, quanto accaduto alla nostra torre in tempi recentissimi, a seguito del restauro del Castello, alla collocazione della scala e alle prescrizioni dettate dalla Regione Lazio, ente finanziatore dei lavori, circa la realizzazione dell’ascensore-montacarichi destinato alle persone diversamente abili.
Ebbene proprio a seguito della realizzazione del vano dell’ascensore, realizzato in vetro e profilati di ferro, lo stesso emergeva per oltre un metro sul livello della muratura della torre stessa con un effetto che non era certo il massimo. Ma si doveva far di necessità virtù e anche i progettisti dovevano prendere atto che, in effetti, quel cubo sopra la torre non era il meglio.
Foto della torre con torretta ascensore Ma siccome era necessario completare i lavori e quello della realizzazione dell’ascensore era una condizione basilare per ottenere i contributi, bene ha fatto l’amministrazione del tempo a permetterlo.
Qualche anno fa (il 1984?) tutti ricorderanno la nota gelata di 6° C sotto lo zero, durata ben sei giorni, e che ha comportato seri danni a strutture murarie del paese (terrazze, balconi, mura castellane, cornici architettoniche e pavimentazioni come quella del chiostro del Cortile d’Amore del nostro Castello).
Purtroppo non si salvò il piano di calpestio della stessa torre che, fessurato in varie parti e, malgrado ogni intervento, faceva filtrare l’acqua piovana e inondare la nuovissima scala in legno e ferro causando danni evidentissimi (per chi ha voglie di vederli ci sono ancora) con ruggine sulle balconate, rigonfiamenti dei gradini e pianerottoli in legno) riempimento d’acqua del sottostante impianto di illuminazione… con tutti i pericoli che ci si può immaginare.
In questo contesto nacque la necessità di valutare una necessaria ed appropriata soluzione: coprire la torre in modo adeguato e duraturo. Naturalmente questa ipotesi poteva nascere soltanto a condizione che alla Soprintendenza ai Monumenti del Lazio fosse stata fornita, con la motivazioni di necessità, anche la documentazione storica della preesistente copertura della torre che gli anziani riferiscono essere crollata attorno agli anni 20/30 del 1900.
Che fosse esistita lo sappiamo anche per le strutture crollate e rimosse solo al tempo del restauro.
Allora, siccome non sono un visionario e tanto meno un “incompetente”, mi piace mostrare agli increduli disegni e foto di questa esistente antica copertura, visto che sarei stato il “falsario” della situazione.
Quindi potrete ammirare con qualche immagine nota, altre assolutamente inedite del nostro Castello, che sono lieto di presentare in anteprima proprio per gli amanti della nostra storia.
Progetto tecnico redatto nel 1855 per il Monastero delle DomenicaneDisegno della Rocca Farnese , circa 1870, opera di uno Zuavo PontificioPanorama Valentano 1903 La copertura della torre è stata quindi un’operazione corretta e necessaria. Può anche non piacere, per carità, ma certamente non è stata un’invenzione strampalata e “inqualificabile” anche perché è servita ad eliminare un danno estetico e, soprattutto, danni ad un patrimonio storico alla cui conservazione, negli anni, hanno operato le varie amministrazioni che si sono succedute alla guida del paese.
Allora cerchiamo di amare Valentano e lasciamo le chiacchiere al nostro amato “Mascherone”…
Un po’ di “gossip” va bene ma….quando è troppo è troppo!
Grazie a chi avrà avuto la pazienza di leggere questa necessaria precisazione.
Romualdo Luzi