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Autore Topic: commentate se lo sapete  (Letto 12398 volte)
linpiao
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« il: Dicembre 15, 2009, 22:23:24 »

     ore 10.25   


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« Risposta #1 il: Dicembre 16, 2009, 00:25:57 »

   ore 10.25   

2 agosto 1980, stazione di Bologna.
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Con i piedi caldi e asciutti si può andare lontano ('l mi' ba')
linpiao
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« Risposta #2 il: Dicembre 16, 2009, 15:08:00 »

    bravo ciocchetto. quanto pensi che si ricordano oppure cose' succeso,alla stazione di bologna. mi sono letto sulla lapide tutti i nomi e quando vedi l'eta' dei piu piccoli be' si prova qualche sentimento........................
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« Risposta #3 il: Dicembre 16, 2009, 22:31:00 »

Davanti a quella lapide ti vengono i brividi ma quel che temo di più è la memoria corta degli italiani
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linpiao
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« Risposta #4 il: Dicembre 17, 2009, 15:30:20 »

     anche se non so' chi sei ti abbraccio
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« Risposta #5 il: Dicembre 17, 2009, 18:59:36 »

Caro linpiao, neanche io ti conosco ma so come la pensi e ricambio l'abbraccio fraterno.
(sono un Valentanese trapiantato a Roma ormai da molti anni, ma ho casa a valentano e vengo abbastanza spesso.)
Il bello di internet sta proprio nel poter dialogare con persone sconosciute e condividere con loro idee e emozioni e chissà se un giorno a valentano ci riconosceremo!!!!!!!

Voglio fare gli auguri di buone feste a tutti i frequentatori del forum.
BUON ANNO A TUTTI :smt031javascript:void(0);
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« Risposta #6 il: Dicembre 18, 2009, 15:36:42 »

  contracambio gli auguri e a tutto il forum e al posto delle classiche cartoline con le rennette e varie campanellini allego per non dimenticare e far riflettere..................


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« Risposta #7 il: Dicembre 24, 2009, 11:19:41 »

Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del "referendum".
Io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neo-fascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista). Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi italiani bruciavano), o a dei personaggio grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli.
Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari.
Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.
Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.
Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il mio "progetto di romanzo", sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il '68 non è poi così difficile.
Tale verità - lo si sente con assoluta precisione - sta dietro una grande quantità di interventi anche giornalistici e politici: cioè non di immaginazione o di finzione come è per sua natura il mio. Ultimo esempio: è chiaro che la verità urgeva, con tutti i suoi nomi, dietro all'editoriale del "Corriere della Sera", del 1° novembre 1974.
Probabilmente i giornalisti e i politici hanno anche delle prove o, almeno, degli indizi.
Ora il problema è questo: i giornalisti e i politici, pur avendo forse delle prove e certamente degli indizi, non fanno i nomi.
A chi dunque compete fare questi nomi? Evidentemente a chi non solo ha il necessario coraggio, ma, insieme, non è compromesso nella pratica col potere, e, inoltre, non ha, per definizione, niente da perdere: cioè un intellettuale.
Un intellettuale dunque potrebbe benissimo fare pubblicamente quei nomi: ma egli non ha né prove né indizi.
Il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere, ha escluso gli intellettuali liberi - proprio per il modo in cui è fatto - dalla possibilità di avere prove ed indizi.
Mi si potrebbe obiettare che io, per esempio, come intellettuale, e inventore di storie, potrei entrare in quel mondo esplicitamente politico (del potere o intorno al potere), compromettermi con esso, e quindi partecipare del diritto ad avere, con una certa alta probabilità, prove ed indizi.
Ma a tale obiezione io risponderei che ciò non è possibile, perché è proprio la ripugnanza ad entrare in un simile mondo politico che si identifica col mio potenziale coraggio intellettuale a dire la verità: cioè a fare i nomi.
Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia.
All'intellettuale - profondamente e visceralmente disprezzato da tutta la borghesia italiana - si deferisce un mandato falsamente alto e nobile, in realtà servile: quello di dibattere i problemi morali e ideologici.
Se egli vien messo a questo mandato viene considerato traditore del suo ruolo: si grida subito (come se non si aspettasse altro che questo) al "tradimento dei chierici" è un alibi e una gratificazione per i politici e per i servi del potere.
Ma non esiste solo il potere: esiste anche un'opposizione al potere. In Italia questa opposizione è così vasta e forte da essere un potere essa stessa: mi riferisco naturalmente al Partito comunista italiano.
È certo che in questo momento la presenza di un grande partito all'opposizione come è il Partito comunista italiano è la salvezza dell'Italia e delle sue povere istituzioni democratiche.
Il Partito comunista italiano è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese intelligente in un Paese idiota, un Paese colto in un Paese ignorante, un Paese umanistico in un Paese consumistico. In questi ultimi anni tra il Partito comunista italiano, inteso in senso autenticamente unitario - in un compatto "insieme" di dirigenti, base e votanti - e il resto dell'Italia, si è aperto un baratto: per cui il Partito comunista italiano è divenuto appunto un "Paese separato", un'isola. Ed è proprio per questo che esso può oggi avere rapporti stretti come non mai col potere effettivo, corrotto, inetto, degradato: ma si tratta di rapporti diplomatici, quasi da nazione a nazione. In realtà le due morali sono incommensurabili, intese nella loro concretezza, nella loro totalità. È possibile, proprio su queste basi, prospettare quel "compromesso", realistico, che forse salverebbe l'Italia dal completo sfacelo: "compromesso" che sarebbe però in realtà una "alleanza" tra due Stati confinanti, o tra due Stati incastrati uno nell'altro.
Ma proprio tutto ciò che di positivo ho detto sul Partito comunista italiano ne costituisce anche il momento relativamente negativo.
La divisione del Paese in due Paesi, uno affondato fino al collo nella degradazione e nella degenerazione, l'altro intatto e non compromesso, non può essere una ragione di pace e di costruttività.
Inoltre, concepita così come io l'ho qui delineata, credo oggettivamente, cioè come un Paese nel Paese, l'opposizione si identifica con un altro potere: che tuttavia è sempre potere.
Di conseguenza gli uomini politici di tale opposizione non possono non comportarsi anch'essi come uomini di potere.
Nel caso specifico, che in questo momento così drammaticamente ci riguarda, anch'essi hanno deferito all'intellettuale un mandato stabilito da loro. E, se l'intellettuale viene meno a questo mandato - puramente morale e ideologico - ecco che è, con somma soddisfazione di tutti, un traditore.
Ora, perché neanche gli uomini politici dell'opposizione, se hanno - come probabilmente hanno - prove o almeno indizi, non fanno i nomi dei responsabili reali, cioè politici, dei comici golpe e delle spaventose stragi di questi anni? È semplice: essi non li fanno nella misura in cui distinguono - a differenza di quanto farebbe un intellettuale - verità politica da pratica politica. E quindi, naturalmente, neanch'essi mettono al corrente di prove e indizi l'intellettuale non funzionario: non se lo sognano nemmeno, com'è del resto normale, data l'oggettiva situazione di fatto.
L'intellettuale deve continuare ad attenersi a quello che gli viene imposto come suo dovere, a iterare il proprio modo codificato di intervento.
Lo so bene che non è il caso - in questo particolare momento della storia italiana - di fare pubblicamente una mozione di sfiducia contro l'intera classe politica. Non è diplomatico, non è opportuno. Ma queste categorie della politica, non della verità politica: quella che - quando può e come può - l'impotente intellettuale è tenuto a servire.
Ebbene, proprio perché io non posso fare i nomi dei responsabili dei tentativi di colpo di Stato e delle stragi (e non al posto di questo) io non posso pronunciare la mia debole e ideale accusa contro l'intera classe politica italiana.
E io faccio in quanto io credo alla politica, credo nei principi "formali" della democrazia, credo nel Parlamento e credo nei partiti. E naturalmente attraverso la mia particolare ottica che è quella di un comunista.
Sono pronto a ritirare la mia mozione di sfiducia (anzi non aspetto altro che questo) solo quando un uomo politico - non per opportunità, cioè non perché sia venuto il momento, ma piuttosto per creare la possibilità di tale momento - deciderà di fare i nomi dei responsabili dei colpi di Stato e delle stragi, che evidentemente egli sa, come me, non può non avere prove, o almeno indizi.
Probabilmente - se il potere americano lo consentirà - magari decidendo "diplomaticamente" di concedere a un'altra democrazia ciò che la democrazia americana si è concessa a proposito di Nixon - questi nomi prima o poi saranno detti. Ma a dirli saranno uomini che hanno condiviso con essi il potere: come minori responsabili contro maggiori responsabili (e non è detto, come nel caso americano, che siano migliori). Questo sarebbe in definitiva il vero Colpo di Stato.

Corriere della Sera, 14 novembre 1974
Cos'è questo golpe? Io so

Pier Paolo Pasolini - (ndr: il più grande poeta, scrittore, regista del XX secolo e come ha detto Moravia " ne nascono solo 3 o 4 in un secolo")
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« Risposta #8 il: Gennaio 04, 2010, 13:36:13 »

ne nascono solo 3 o 4 in un secolo")

e meno male. L'avrà detto MOravia, ma non sono mai riuscito a leggere né l'uno né l'altro.
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« Risposta #9 il: Gennaio 04, 2010, 16:02:55 »

  Salve a tutti.
Io sono un nuovo del vostro stupendo paese, ma già lo adoro come se fosse il mio da sempre. Ho preso casa da voi un anno fa, ma purtroppo lavoro a Roma, e devo accontentarmi di viverla appena possibile.
Ma vi giuro che è sempre nei miei pensieri.

Per quanto riguarda la strage di Bologna: La mia paura non è la perdita di memoria degli italiani, che purtroppo ne vivono fin troppe di tragedie in un'Italia allo sbando, ma la loro perdita di fiducia in un sistema che purtroppo santifica la delinquenza, dove le pene non esistono più, dove neanche se viene ammazzato un ragazzino il responsabile rischia di pagare.
E non vedo vie d'uscita, visto che alcuni dei terroristi di quel giorno sono in Parlamento.
Spero di non essere stato troppo crudo nel mio pensiero, ma la vedo così.


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« Risposta #10 il: Gennaio 05, 2010, 08:14:49 »


E non vedo vie d'uscita, visto che alcuni dei terroristi di quel giorno sono in Parlamento.


anche te, come Pasolini, se sai nomi e cognomi falli e mandali a chi di dovere. E se sono in Parlamento.... ci sarebbe da chiedersi chi ce li ha mandati se non il popolo
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« Risposta #11 il: Gennaio 05, 2010, 10:04:30 »

Forse noi:Io, Limpiao, Luigi, Pittore,ecc. viviamo in un altro paese di un altro mondo poichè secondo LuculloII nel paese dove crediamo di vivere non ci sono stati ne stragi,ne mandanti, ne esecutori ma soprattutto nessuna vittima. Caro Lucullo II vagliela a raccontare ai padri e alle madri che hanno perso i loro figli, ai figli che hanno perso i loro padri, e a tutti quelli che hanno perso i propri cari.Non credo che tu sia cosi ingenuo da pensare che se uno fa un nome a chi di dovere costui venga perseguito (e meno male), ci vogliono prove consistenti di cui noi comuni mortali non siamo in possesso.Su una cosa sono in accordo con te, in parlamento ci sono persone mandate dal popolo, neanche io vedo vie d'uscita.
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« Risposta #12 il: Gennaio 05, 2010, 12:43:15 »

Forse noi:Io, Limpiao, Luigi, Pittore,ecc. viviamo in un altro paese di un altro mondo poichè secondo LuculloII nel paese dove crediamo di vivere non ci sono stati ne stragi,ne mandanti, ne esecutori ma soprattutto nessuna vittima. Caro Lucullo II vagliela a raccontare ai padri e alle madri che hanno perso i loro figli, ai figli che hanno perso i loro padri, e a tutti quelli che hanno perso i propri cari.Non credo che tu sia cosi ingenuo da pensare che se uno fa un nome a chi di dovere costui venga perseguito (e meno male), ci vogliono prove consistenti di cui noi comuni mortali non siamo in possesso.Su una cosa sono in accordo con te, in parlamento ci sono persone mandate dal popolo, neanche io vedo vie d'uscita.

Vedo tutte le stragi che dici, posso pensare di sapere chi le comandate, ho paura che possa tocare anche di trovarmici coinvolto quando vado in una stazione.... perché penso che ce ne saranno altre. Ma i discorsi di Pasolini e di chi dice di conoscere gli autori delle stragi  non servono a niente se non si riesce a prendere carta e penna e dimostrare quello che si dice. Forse era più facile prevedere la sua fine (di Pasolini) - e non lo ha saputo fare - che non quella delle stragi. Che poi in Parlamento ci sono persone che rappresentano più i centri di potere che il popolo... è vero. Ma è il popolo che vota ed è pure contento di farlo spesso
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luigi
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« Risposta #13 il: Agosto 02, 2012, 09:26:28 »

Oggi è il 2 agosto 2012. Un giorno triste per il nostro disgraziato paese.
32 lunghi anni non sono bastate per fare luce sulle molte ombre che ancora esistono su quel tragico attentato.

Riprendo questo post di Linpiao per ricordare anche a tutti voi che "Un paese che non si ricorda del proprio passato è un paese senza futuro" [cit].

P.S. Pensare che esiste anche qualcuno che dice che la causa della strage sia stato un mozzicone di sigaretta (Licio Gelli)
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luigi
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« Risposta #14 il: Agosto 03, 2012, 09:51:57 »

Il Divo - Andreotti e L'uso del potere
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