Partiamo da quelle "storiche"Slackwarehttp://www.slackware.org/E' stata la prima distribuzione "facile": in effetti, dieni anni fa era tutt'altro che facile da usare, ma era l'unica dotata di un processo automatico di istallazione, era completa di tutto quello che serviva e in fondo relativamente semplice da istallare, se confrontata con quanto c'era allora. Purtroppo però, pur essendosi evoluta in termini di composizione di pacchetti raccogliendo quanto di più moderno è oggi disponibile, ha mantenuto uno stile "difficile", se confrontata le distribuzioni più moderne. Per la cronaca, è stata la prima distribuzione che sono riuscito ad istallare da solo, nel 1994.
Debianhttp://www.debian.orgQuesta è per soli guru: lo sviluppo è fatta da una comunità molto estesa, ma procede con tempi biblici (tra l'ultima e la precedente sono passati quasti tre anni), è senza dubbio la distribuzione più completa in assoluto (si contano circa 20.000 applicazioni disponibile nel suo formato di pacchettizzazione, .deb), ma l'istallazione è molto ostica. Tanto per dire, solo nell'ultima versione (4.0, nome in codice "Etch", come uno starnuto) è stato introdotto un installer grafico, da usare col mouse. Si dice che chi sia in grado di istallare una distribuzione di Debian, poi col pc ci possa fare di tutto...
Debian ha come punto di forza il sistema di pacchettizzazione e il suo gestore, apt (con la interfaccia grafica chiamata Synaptic), di gran lunga il miglior packet manager oggi disponibile. A detta di tutti, e non a caso esistono più di 20.000 applicazioni pacchettizzate in questo modo
Quanto siano "spartane" queste due distribuzioni si può comprendere già dallo stile dei loro rispettivi siti... 
Proseguiamo con le distribuzioni "Open Source" dure e pureFedorahttp://www.fedoraproject.orgNata da una costola di Red Hat, una distribuzione Linux nata con scopi commerciali e molto ben distribuita e documentata, è la distribuzione più "bella", disponendo di una grafica curatissima (addirittura esistono delle linee guida su come realizzare le icone per le aplicazioni). Ha dalla sua la forza della Read Hat, ma soffre del male di aver sposato in tutto e per tutto l'Open Source in maniera integralista: praticamente al suo interno c'è solo software Open Source, per cui è escluso tutto ciò che in qualche modo rimane proprietario. E con questo, purtroppo, molti driver per hardware anche molto diffuso (come le schede grafiche Nvidia ed ATI, ad esempio). Il suo sistema di pacchettizzazione si chiama rpm, e il suo packet manager (cambiato diverse volte) si chiama yum: anche nel formato rpm esistono moltissime applicazioni
OpenSUSEhttp://www.opensuse.orgLe stesse cose dette per Fedora valgono per OpenSUSE, nata sulle spoglie della distribuzione SUSE e appoggiata da Novell. E' un po' più bruttina di Fedora, ma ha la stessa robustezza e completezza. Anche OpenSUSE usa il formato rpm per i pacchetti, ma come packet manager usa una porzione del suo istaller, YaST.
Queste due distribuzioni, pur col loro integralismo Open Source, sono le più diffuse al mondo, nonché le più robuste e complete.
Infine ci sono le distribuzioni "facili":Mandrivahttp://www.mandriva.comUna volta si chiama Mandrake Linux, poi problemi legali sul nome hanno imposto un cambio di copyright; è essenzialmente una Fedora con un sistema di istallazione molto efficiente e facile da usare, dotata di tutti i pacchetti più famosi (gestiti come rpm) e di una interfaccia grafica mozzafiato (Metisse, basta guardare i demo sul sito di Mandriva per capire). Unico problema: la versione gratuita (Mandriva One) e liberamente scaricabile dalla rete, ha delle limitazioni: non si possono scaricare automaticamente gli aggiornamenti, e molti dei pacchetti proprietari (tra i quali i driver di schede di rete, scanner e schede video) non sono incluse nella distribuzione free, ma solo in quella a pagamento, anche se possono comunque essere scaricati dalla rete.
Ubuntuhttp://www.ubuntu.orgQuesta distibuzione, basata su Debian e sul sistema di pacchettizzazione apt, è diventata recentemente la distribuzione più diffusa grazie all'estrema semplicità di istallazione e soprattutto all'estesissimo supporto per l'hardware: gli sviluppatori di questa distribuzione non si sono fatti troppi scrupoli nei confronti dell'Open Source, e hanno inserito nella distribuzione tutti i driver liberi, anche se per essi non sono disponibili i codici: per questo motivo è assai probabile che istallando questa distribuzione trovete tutto il vostro hardware perfettamente funzionante, rendendo meno traumatico il passaggio da Windows a Linux. La disponibilità dei pacchetti in formato .deb e il fatto di essere completamente gratuita (la Canonical, azienda che ha creato Ubuntu, fa affari con il supporto: chi ha bisogno di aiuto e non ce la fa da solo, paga).
Esistono anche altre distribuzioni (sono veramente tante), ognuna con una peculiarità, ma queste indicate sopra sono di gran lunga quelle più diffuse. Per avere un'idea della vastità del numero di distribuzioni disponibili, date un'occhiata a Distrowatch, dove è possibile tenere traccia delle novità e delle relazioni tra distrubuzioni Linux man mano che escono.
Special
Info & Servizi
