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Autore Topic: Sondaggio sul PRODINO  (Letto 28560 volte)
skyer
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« Risposta #15 il: Febbraio 05, 2007, 21:20:11 »

Le cose che mi piacciono riguardano soprattutto le liberalizzazioni, anche se sono state troppo timide, per i miei gusti: secondo me andrebbero aboliti tutti gli ordini professionali e i vincoli che limitano la libera concorrenza in troppi campi, a mio avviso sono questi i veri lacci per l'economia italiana: purtroppo, come ogni riforma che va a toccare consuetudini che risalgono a decine di anni (se non secoli), le categorie colpite si incazzano, dimenticandosi purtroppo di aver goduto, per tutto questo tempo, di privilegi che altre categorie non hanno avuto.

Io sarei un po' cauto nel parlare di liberalizzazioni a scena aperta.Non faccio parte del mondo del lavoro da moltissimi anni (circa 5), ma mi sono reso conto che molti individui svolgono mansioni che non competono loro...a discapito dei poveri avventurieri che gli capitano fra le grinfie e con tutte le conseguenze  in termini di danni causati che la cosa comporta.
Sono d'accordo sulla libera concorrenza...ma regolata...nel senso di dare a tutti le stesse possibilità....non sono d'accordo sull'abolizione degli albi o degli ordini professionali...è lì che risiedono coloro che posseggono determinati requisiti...certificati e comprovati.

Trionfa il solito qualunquismo di destra, che anzi di questi tempi si è trasformato in populismo.

Solamente le tue parole dimostrano quale sia il vero qualunquismo...

Nella politica finanziaria? È innegabile che questa finanziaria sia più rigida, ma era necessaria perché la situazione economica italiana è alquanto ridotta male, ovviamente non solo a causa del governo Berlusconi, ma lui ci ha messo la sua buona parte. La crescita italiana è quasi ferma ed è la più bassa d’Europa, il debito pubblico è tra i più alti al mondo, e inoltre bisogna necessariamente migliorare il rapporto deficit-pil, dato che c’è una procedura nei confronti dell’Italia da parte dell’UE.

Ma sai quel che dici???...la famosa manovra finanziaria è stata di circa il doppio rispetto a ciò che sarebbe servito per raggiungere gli obiettivi che hai citato...e questo non a mio parere...ma stando a quanto affermato dall'UE!!!
E la cosa piu' bella...sventolare come movente la bandiera (questo si che è tipico della sinistra!!!) di "rubare ai richhi per dare ai poveri"...al solo fine di accaparrarsi il favore della maggioranza della popolazione!!!

Purtroppo stavolta la cosa non è riuscita...se si andasse a votare oggi...il centro sinistra avrebbe perso quasi il 7/8% dell'elettora che lo ha mandato al Governo!!!!
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« Risposta #16 il: Febbraio 05, 2007, 22:17:03 »

intanto caro Dj Bigio ci sono molti che la pensano come te, almeno al 9 aprile erano circa la metà degli italiani, attualmente forse diversi punti percentuali sopra la metà.
il problema che quelli che la pensano come te forse hanno vergogna di esporsi per dire, appunto, come la pensano.

a ciocchetto dico: un paese per dirsi tale deve avere una politica estera che sia degna di questo aggettivo. un paese che vuole svolgere un ruolo in ambito internazionale deve cercare di imporre la propria diplomazia che si può esplicare anche con partecipazioni ad azioni militari. non scordiamoci che l'unica guerra, vera guerra, che è stata fatta dall'italia dopo la seconda guerra mondiale è promossa da un governo di sinistra (d'alema) e penso che sia stata giusta, anche se d'alema ha dovuto concedere ciò per andare al governo (ricordiamoci di come cossiga era intervenuto in merito).

in iraq il motivo è molto semplice: difendere interessi economici del nostro paese (vedere giacimenti eni).

d'altra parte rimane difficile rinnegare una politica estera lunga 50 anni, decisa dalle forze politiche democratiche (DC, PRI, PLI, ecc) che la videro lunga da questo punto di vista, considerando sopratutto come sono andate le cose dall'89 in poi.

checchè se ne dica l'italai, con il governo di centro destra, ha rivalutato la propria politica estera internazionale, e ribadisco internazionale, in quanto è inutile appiattirsi solo sulla stasi dell'europa in campo di politica estera. l'italia, semplicemente, si è smarcata dall'europa vista la sua inerzia.

è inutile che proviamo a fermare le guerre. sono connaturate all'uomo e alle sue idee e credo che comunque ci sia differenza tra le varie guerre.

per quanto riguarda le liberalizzazioni: in italia c'è la brutta abitudine ad intervenire a valle del processo ma non a riscrivere le regole fondamentali di alcuni aspetti del mercato. quelle ultime, di liberalizzazioni, forse porteranno minimi benefici ai consumatori e forse qualche elevato beneficio ad alcuni gruppi economici (vedi coop) che si sono organizzati prima dell'emanazione dei due decreti.

una vera politica di liberalizzazioni dovrebbe centrare l'obiettivo di aprire il mercato ad altri operatori concedendole le stesse possibilità.

gli altri tentativi che la sinistra ha fatto negli anni '90 sono stati disastrosi.

ricordiamoci telecom venduta per 11.000 miliardi de 'na vorta alla razza padana con il beneplacito del gorverno d'alema. con quei soldi lo stato per il tramite di enel e wind ha comprato infostrada sempre per 11.000 miliardi sempre de 'na vorta.
con il risultato che lo stato, quindi i cittadini, hanno venduto a privati la rete che era stata pagata da tutti e hanno preso un'azienda (infostrada) con qualche migliaia di dipendenti e qualche migliaia di miliardi di debiti.

questi tipi di liberalizzazioni portano solo a "distonie di efficienza" del mercato.

penso che nessuno all'estero possa credere che "vere" liberalizzazioni possano
essere portate a termine da un governo che ha come costola fondante partiti tipo Rifondazione Comunista, Partito dei comunisti italiani, verdi, ecc.....


sui pacs dico: se due persone, di diverso sesso, hanno necessità di regolare dal punto di vista giuridico il proprio rapporto possono tranquillamente contrarre un contratto che nel codice civile si chiama "matrimonio". la realtà, come vedete, è molto semplice.

a presto
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« Risposta #17 il: Febbraio 05, 2007, 22:36:01 »

a marat,

come è possibile pensare che i seguenti politici: Prodi, D'alema, Fassino, Rutelli, Bertinotti, Pecoraro Scanio, Cossutta, Diliberto, Pannella, Di Pietro, Mastella possano portare una ventata di aria nuova.

per quanto riguarda il fatto che prodi sia una mortadella rubasoldi, penso che non sia in discussione. subito dopo le elezioni ha creato una due diligence per certificare che il governo berlusconi aveva dilapidato la casse dello stato. appena che tale commissione ha emanato la sua sentenza sono arrivate le notizie che le entrate dello stato erano aumentate di ben 10 punti percentuali e questo trend è durato per tutto l'iter della finanziaria, dalla sua elaborazione in consiglio dei ministri fino alla sua definitiva approvazione alla camera, e nonostante ciò, il sig. prodi e compagnia comunista cantando hanno aumentato indiscriminatamente tutta una serie di tasse ed imposte che sicuramente colpiranno i ceti più deboli o medi (i famosi piccoli imprenditori).

forse, tutto sommato, non c'era bisogno di pressare così tanto gli italiani.

purtroppo, però, finchè alcuni partiti della coalizione (quelli della estrema sinistra e della sinistra) hanno necessità di dimostrare al proprio elettorato che sono in grado di gestire soldi pubblici (per fini esclusivamente elettoralistici) avremo queste politiche.

non dimentichiamoci che se veramente il governo prodi fosse stato un vero governo liberale (ah proposito marat è ora di dire chiaramente che le politiche liberali possono essere condotte anche da partiti di sinistra, dicono niente le parole "socialismo liberale"?) l'onorevole Rossi, famoso liberale di sinistra, non avrebbe sbattuto la porta in faccia ai DS.

Gli interessi in questa coalizione sono diversi e a volte contrapposti e credo che faranno del tutto per trattenere prodi al governo al fine di coltivare il più possibile i loro interessi.
è l'unico prodi che in italia può fare ciò vista la sua antica esperienza democristiana e "dorotea".

saluti a tutta la COMMUNITY VERENTUM (a proposito ciocchetto questo lo posso urlare????)
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« Risposta #18 il: Febbraio 06, 2007, 13:28:43 »

A tutta la comunità,

che ne pensate dell'operato di questo governo in questi primi mesi?

Attendo Vostre opinioni in merito

Personalmente sto perdendo 600 euro all'anno (per maggiori aliquote sullo stipendio) e non sono ricco, né faccio parte di quel 10% di cittadini di cui parlava Prodi, che ha dimostrato così di non avere la giusta conoscenza della realtà italiana (o di barare). Se far pagare più tasse alla classe media dei dipendenti è una cosa buona.... vuol dire che chi può continuare ad evadere in tutto o in parte continuerà a farlo (e la spesa pubblica sarà ripartita ancora una volta tra i dipendenti: anche nel medioevo a pagare le tasse erano sempre gli stessi, sempre meno abbienti e sempre più sudditi). Può darsi che la situazione disastrosa italiana dipenda da chi è venuto prima di lui... ma non è questa la strada da intraprendere per cercare di metterci una pezza. I miei complimenti più vivi al polentone
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« Risposta #19 il: Febbraio 06, 2007, 16:05:58 »

Io sarei un po' cauto nel parlare di liberalizzazioni a scena aperta.Non faccio parte del mondo del lavoro da moltissimi anni (circa 5), ma mi sono reso conto che molti individui svolgono mansioni che non competono loro...a discapito dei poveri avventurieri che gli capitano fra le grinfie e con tutte le conseguenze  in termini di danni causati che la cosa comporta.
Sono d'accordo sulla libera concorrenza...ma regolata...nel senso di dare a tutti le stesse possibilità....non sono d'accordo sull'abolizione degli albi o degli ordini professionali...è lì che risiedono coloro che posseggono determinati requisiti...certificati e comprovati.

Sono punti di vista, non siamo obbligati per forza a condividerli: il fatto è che gli ordini professionali, così come sono strutturati oggi in Italia, sono diventati organi di casta, in cui è difficilissimo entrare se a quella casta non si appartiene. Ovviamente non si può generalizzare e non tutti gli ordini professionali sono così, anche se la tendenza al comportamento quasi mafioso della "famiglia" c'è un po' in tutti, ma saprai bene anche tu che diventare notai, in Italia, è praticamente impossibile se non si è figli/nipoti/parenti stretti di notai con studi avviati da anni, e questo nonostante il pubblico concorso necessario per accedere a questa professione (che sono tenuti da notai, ovviamente); questo per fare un esempio. Non mi risulta che la professione notarile sia una questione genetica...

Quanto alla certificazione... beh, sai bene anche tu che quelle certificazioni spesso sono rilasciate all'interno degli ordini professionali stessi, per cui...
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« Risposta #20 il: Febbraio 06, 2007, 17:26:48 »

Le liberalizzazioni,come diceva skyer,possono essere giuste solo se controllate.....questa manovra tende ad impoverire chi ha già intrapreso un'attività e a non arricchire più del dovuto chi ne aprirà una nuova.....pensa se a valentano aprono 4-5 negozi di estetisti o parrucchieri in 100 metri di strada....secondo voi diventerebbero tutti ricchi?!sapete che succederebbe:la metà di essi come minimo chiuderebbe facendo lavoro in nero a domicilio.....tanto perchè questo governo è contro l'evasione delle tasse.....oppure apriamo un'altro benzinaio a santa croce.....che competitività ci potrebbe essere se lo stato tassa più dell'80% del prezzo della benzina?quanto potrebbe scendere secondo voi?finiremo come in Francia:1 distributore di benzina ogni 100km quadrati di territorio!dove sarebbe il guadagno?......gli ordini,le caste,le liberalizzazioni sono state tutte cavolate tirate in ballo dal governo tanto per favorire coop e grandi distribuzioni a discapito di chi lavora ogni mattina col sacrificio di essere riuscito ad avviare un'attività.
pensiamo ai tassisti che in passato hanno dovuto pagare una licenza di 200 milioni del vecchio conio e oggi basta fare una richiesta e le licenze te le tirano.....quelli credi non avevano fatto un investimento anche sul futuro?oggi la licenza che avevano pagato tutti quei soldi e sacrifici vale zero!Poi preferisco non commentare la liberalizzazione di otc e sop.......
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« Risposta #21 il: Febbraio 06, 2007, 17:49:26 »

Sono punti di vista, non siamo obbligati per forza a condividerli: il fatto è che gli ordini professionali, così come sono strutturati oggi in Italia, sono diventati organi di casta, in cui è difficilissimo entrare se a quella casta non si appartiene. Ovviamente non si può generalizzare e non tutti gli ordini professionali sono così, anche se la tendenza al comportamento quasi mafioso della "famiglia" c'è un po' in tutti, ma saprai bene anche tu che diventare notai, in Italia, è praticamente impossibile se non si è figli/nipoti/parenti stretti di notai con studi avviati da anni, e questo nonostante il pubblico concorso necessario per accedere a questa professione (che sono tenuti da notai, ovviamente); questo per fare un esempio. Non mi risulta che la professione notarile sia una questione genetica...

Quanto alla certificazione... beh, sai bene anche tu che quelle certificazioni spesso sono rilasciate all'interno degli ordini professionali stessi, per cui...

L'esempio del notariato esula dal concetto di liberalizzazione che vuole attuare il Governo. Il problema degli aspiranti notai, infatti, non è quello di essere certificati idonei a svolgere la professione tramite pubblico concorso come tu ricordavi, bensì quello di poterla esercitare perchè trattasi di professione protetta, nel senso che il numero di notai deve essere parametrato al numero di abitanti nella circoscrizione in cui si vuol svolgere la professione.

Le liberalizzazioni in senso stretto (quali quelle che il nuovo Governo intende porre in essere), invece, tendono a permettere, ad esempio, ad un individuo che non sia iscritto all'albo dei dottori commercialisti di svolgere le stesse identiche mansioni.

Io non sostengo di ostacolare l'iscrizione agli albi (tramite concorsi pubblici o esami di stato)...bensì la possibilità di esercitare quando non si è abilitati a farlo!

Infine, non posso che essere uno dei massimi sostenitori del fatto che l'abilitazione ad una professione avvenga su parere, e mediante certificazione, degli stessi professionisti che la svolgono già da tempo....credo siano gli unici a poter conoscere i veri requisiti necessari per l'esercizio della stessa e per non danneggiare i terzi che vi entreranno in contatto.
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« Risposta #22 il: Febbraio 06, 2007, 17:58:36 »

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L'esempio del notariato esula dal concetto di liberalizzazione che vuole attuare il Governo. Il problema degli aspiranti notai, infatti, non è quello di essere certificati idonei a svolgere la professione tramite pubblico concorso come tu ricordavi, bensì quello di poterla esercitare perchè trattasi di professione protetta, nel senso che il numero di notai deve essere parametrato al numero di abitanti nella circoscrizione in cui si vuol svolgere la professione.


ma se non coprono nemmeno i posti disponibili e messi a bando... (così c'è qualcuno che a scavalco lavora x due)
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« Risposta #23 il: Febbraio 06, 2007, 18:00:38 »

Le liberalizzazioni,come diceva skyer,possono essere giuste solo se controllate.....questa manovra tende ad impoverire chi ha già intrapreso un'attività e a non arricchire più del dovuto chi ne aprirà una nuova.....pensa se a valentano aprono 4-5 negozi di estetisti o parrucchieri in 100 metri di strada....secondo voi diventerebbero tutti ricchi?!

Più che altro sarebbero scemi. Però, per tornare al discorso tasse, secondo me dovrebbero pagare una cifra fissata da studi di settore seri (se guadagnano di meno vuol dire che non sono abbastanza bravi da stare sul mercato)
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« Risposta #24 il: Febbraio 06, 2007, 19:24:39 »

Le liberalizzazioni,come diceva skyer,possono essere giuste solo se controllate.....questa manovra tende ad impoverire chi ha già intrapreso un'attività e a non arricchire più del dovuto chi ne aprirà una nuova.....pensa se a valentano aprono 4-5 negozi di estetisti o parrucchieri in 100 metri di strada....secondo voi diventerebbero tutti ricchi?!sapete che succederebbe:la metà di essi come minimo chiuderebbe facendo lavoro in nero a domicilio.....tanto perchè questo governo è contro l'evasione delle tasse.....oppure apriamo un'altro benzinaio a santa croce.....che competitività ci potrebbe essere se lo stato tassa più dell'80% del prezzo della benzina?quanto potrebbe scendere secondo voi?finiremo come in Francia:1 distributore di benzina ogni 100km quadrati di territorio!dove sarebbe il guadagno?......gli ordini,le caste,le liberalizzazioni sono state tutte cavolate tirate in ballo dal governo tanto per favorire coop e grandi distribuzioni a discapito di chi lavora ogni mattina col sacrificio di essere riuscito ad avviare un'attività.
pensiamo ai tassisti che in passato hanno dovuto pagare una licenza di 200 milioni del vecchio conio e oggi basta fare una richiesta e le licenze te le tirano.....quelli credi non avevano fatto un investimento anche sul futuro?oggi la licenza che avevano pagato tutti quei soldi e sacrifici vale zero!Poi preferisco non commentare la liberalizzazione di otc e sop.......
è un governo che appiattisce la società,è un governo contraddittorio forte coi deboli e debole coi forti!speriamo vadano tutti a casa al più presto

E' evidente che ci debbono essere delle regole, ma quello del proliferare di attività simili sullo stesso territorio è il problema che mi preoccuperebbe di meno: è il mercato stesso che ne regolerebbe la quantità, ed è evidente che non si può parlare ci libero mercato quando poi ci sono vincoli esagerati come le tasse sui prodotti petroliferi, per rimanere nell'esempio da te citato. Insomma di cose da fare ci sono tante, liberalizzazione non significa far fare quello che si vuole, ma mettere in grado di competere chiunque può farlo, non impedirlo a chi non può. Negli USA è così, perché li prendiamo a modello solo quando ci fa comodo?
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« Risposta #25 il: Febbraio 06, 2007, 19:38:41 »

L'esempio del notariato esula dal concetto di liberalizzazione che vuole attuare il Governo.

Era solo un esempio, ovviamente.

Il problema degli aspiranti notai, infatti, non è quello di essere certificati idonei a svolgere la professione tramite pubblico concorso come tu ricordavi, bensì quello di poterla esercitare perchè trattasi di professione protetta, nel senso che il numero di notai deve essere parametrato al numero di abitanti nella circoscrizione in cui si vuol svolgere la professione.

Mi risulta che il numero di notai sia inferiore a quello richiesto da questi parametri... Chissà perché non ne entrano altri?

Le liberalizzazioni in senso stretto (quali quelle che il nuovo Governo intende porre in essere), invece, tendono a permettere, ad esempio, ad un individuo che non sia iscritto all'albo dei dottori commercialisti di svolgere le stesse identiche mansioni.

Quello dei commercialisti non lo conosco, ma per quello degli ingegneri so che è lo stesso. Ma uno che ha già sostenuto e superato un esame di laurea e un esame di abilitazione alla professione, perché dovrebbe essere iscritto ad un albo? Non è stato già abbondantemente valutato?

Io non sostengo di ostacolare l'iscrizione agli albi (tramite concorsi pubblici o esami di stato)...bensì la possibilità di esercitare quando non si è abilitati a farlo!

Ma questo è ovvio, e l'esame di stato dovrebbe essere sufficiente per questo.

Infine, non posso che essere uno dei massimi sostenitori del fatto che l'abilitazione ad una professione avvenga su parere, e mediante certificazione, degli stessi professionisti che la svolgono già da tempo....credo siano gli unici a poter conoscere i veri requisiti necessari per l'esercizio della stessa e per non danneggiare i terzi che vi entreranno in contatto.

Mettiamo il caso allora di stare in una provincia dove l'albo di una categoria qualsiasi sia costituito da un gruppo di professionisti che ha deciso di fare cartello contro ogni nuovo professionista dello stesso settore: in pratica vogliono continuare a spartirsi la torta dei potenziali clienti tra loro, e impediscono di fatto l'ingresso di nuovi concorrenti (visto che sta a loro decidere chi come e quando può avviare la stessa loro professione).  Fatti un esame di coscienza e dimmi sinceramente se saresti preoccupato o no, se tu fossi uno che deve inziare a lavorare: se va bene dovrai sottostare a qualche compromesso, come anni di praticantato a stipendio zero, forse anche mazzette. Questi rischi, nel libero mercato, non devono esistere (e purtroppo esistono).
Per eventuali danni, ci dovrebbe essere la responsabilità civile e penale di chi opera in certi settori.
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« Risposta #26 il: Febbraio 06, 2007, 19:45:07 »

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L'esempio del notariato esula dal concetto di liberalizzazione che vuole attuare il Governo. Il problema degli aspiranti notai, infatti, non è quello di essere certificati idonei a svolgere la professione tramite pubblico concorso come tu ricordavi, bensì quello di poterla esercitare perchè trattasi di professione protetta, nel senso che il numero di notai deve essere parametrato al numero di abitanti nella circoscrizione in cui si vuol svolgere la professione.


ma se non coprono nemmeno i posti disponibili e messi a bando... (così c'è qualcuno che a scavalco lavora x due)

...se le tue informazioni fossero esatte (io, sinceramente, non ne ho idea), e i posti disponibili e messi a bando non fossero nemmeno completamente ricoperti....perchè si parla di casta chiusa????....ed a cosa servirebbe liberalizzare la professione se poi non si partecipa al bando stesso???

E' evidente che ci debbono essere delle regole, ma quello del proliferare di attività simili sullo stesso territorio è il problema che mi preoccuperebbe di meno: è il mercato stesso che ne regolerebbe la quantità, ed è evidente che non si può parlare ci libero mercato quando poi ci sono vincoli esagerati come le tasse sui prodotti petroliferi, per rimanere nell'esempio da te citato. Insomma di cose da fare ci sono tante, liberalizzazione non significa far fare quello che si vuole, ma mettere in grado di competere chiunque può farlo, non impedirlo a chi non può. Negli USA è così, perché li prendiamo a modello solo quando ci fa comodo?

Ecco....qui mi trovi perfettamente d'accordo...bisogna fare in modo che chi abbia le qualità e percorra le strade previste dalle disposizioni in materia, abbia accesso alle professioni....nessuno escluso!!!

Ma in tal senso....le liberalizzazioni previste dal Governo non c'entrano assolutamente nulla...hanno tutt'altro scopo e tutt'altra finalità....PURTROPPO!!!!!!
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« Risposta #27 il: Febbraio 06, 2007, 19:49:05 »

Per Tarkus:
hai perfettamente ragione che il liberismo può essere applicato anche a sinistra, i ds sono in ambito socialdemocratico, ma si rifanno anche al liberalismo in linea anche al pse. Ma la mia voleva essere una provocazione dato che un governo di centro-destra, in cui il più grande partito si rifa apertamente al liberalismo, non ha fatto nulla per le liberalizzazioni.

Per skyer:
Non è l'Europa a dire che la finanziaria poteva essere più ristretta dato che Almunia, commisario europeo all'economia, ha espresso la sua approvazione alla finanziaria dicendo che secondo i loro calcoli attraverso questa finanziaria, che doveva essere necessariamente  rigorosa, può rientrare nei parametri europei e risanare la sua situazione. D'altra parte è vero che l'ocse ha fortemente criticato questa manovra.

Per quanto riguarda i pacs se da una parte è vero che le coppie eterosessuali possono avere dei riconoscimenti attraverso il matrimonio, quelle omosessuali sono fortemente discriminate.
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« Risposta #28 il: Febbraio 06, 2007, 19:54:52 »

Mi risulta che il numero di notai sia inferiore a quello richiesto da questi parametri... Chissà perché non ne entrano altri?

Come detto, non sono al corrente delle statistiche in materia...ma non credo sia un problema di liberalizzare la professione....

Quello dei commercialisti non lo conosco, ma per quello degli ingegneri so che è lo stesso. Ma uno che ha già sostenuto e superato un esame di laurea e un esame di abilitazione alla professione, perché dovrebbe essere iscritto ad un albo? Non è stato già abbondantemente valutato?

Ma, infatti, l'iscrizione all'albo non necessita di nessun'altra valutazione o verifica...è l'esame di stato che ti rende idoneo all'iscrizione al'albo, il quale è solo una forma corporativistica che intende agevolare la professione attraverso la formazione costante...l'aggiornamento...la cassa di previdenza...ecc...ecc...

Mettiamo il caso allora di stare in una provincia dove l'albo di una categoria qualsiasi sia costituito da un gruppo di professionisti che ha deciso di fare cartello contro ogni nuovo professionista dello stesso settore: in pratica vogliono continuare a spartirsi la torta dei potenziali clienti tra loro, e impediscono di fatto l'ingresso di nuovi concorrenti (visto che sta a loro decidere chi come e quando può avviare la stessa loro professione).  Fatti un esame di coscienza e dimmi sinceramente se saresti preoccupato o no, se tu fossi uno che deve inziare a lavorare: se va bene dovrai sottostare a qualche compromesso, come anni di praticantato a stipendio zero, forse anche mazzette. Questi rischi, nel libero mercato, non devono esistere (e purtroppo esistono).
Per eventuali danni, ci dovrebbe essere la responsabilità civile e penale di chi opera in certi settori.


L'esame di stato non deve necessariamente esser sostenuto nella provincia in cui hai fatto praticantato o in cui intendi lavorare....se malauguratamente fosse così, basterebbe cambiare sede di esame...anche se concordo con te che sarebbe un espediente abbastanza infimo e disdicevole....

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« Risposta #29 il: Febbraio 06, 2007, 20:23:01 »

Per skyer:
Non è l'Europa a dire che la finanziaria poteva essere più ristretta dato che Almunia, commisario europeo all'economia, ha espresso la sua approvazione alla finanziaria dicendo che secondo i loro calcoli attraverso questa finanziaria, che doveva essere necessariamente  rigorosa, può rientrare nei parametri europei e risanare la sua situazione. D'altra parte è vero che l'ocse ha fortemente criticato questa manovra.

Per rientrare nei parametri europei bastava una manovra ridotta alla metà...è stato dimostrato da tutti coloro che si sono apprestati a fare due calcoli....italiani ed europei....destroidi e sinistroidi....

Per quanto riguarda i pacs se da una parte è vero che le coppie eterosessuali possono avere dei riconoscimenti attraverso il matrimonio, quelle omosessuali sono fortemente discriminate.

A livello civilistico e di agevolazioni mi sembra anche normale che siano "discriminate" rispetto alle coppie naturali...anche perchè non si tratta di discriminazione....bensì di assenza di agevolazioni e diritti che per legge spettano a determinate categorie...

Sarebbe come dire che un comune automibilista è discriminato rispetto ad un disabile perchè non gli viene concesso il diritto al parcheggio riservato....
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