Premessa: questo è un'esca.
Tutti i pescatori, nella loro vita, hanno raccontato almeno una volta una balla sulle dimensioni di un pesce da loro catturato: è fisiologico, e per quanto disdicevole, rende i racconti un po' più interessanti. Sai che palle se tutti dicessero la verità, raccontanto di aver preso solo qualche persico o peggio ancora, come succede spesso, non aver preso proprio niente. E non esistono solo i pescatori: chi non arricchisce ciò che racconta con qualcosa non necessariamente aderente alla realtà ma tale da rendere la storia stessa un pelo più interessante? In fondo a raccontare la normalità tutti sono capaci, ma a nessuno interesserebbe. Certo non bisogna esagerare, altrimenti si rischia di passare per "pallonari", ma se si cerca di rendere più belle le storie che si raccontano senza secondi fini, in fondo, lo si fa solo per avere un mondo migliore, solo per rendere più gradevole la propria e altrui esistenza.
Che c'entra questa storia con la sezione cinema? C'entra, perché "Big Fish" è il titolo di un film con Ewan McGregor protagonista e con tanti altri bravi attori a fare da comprimari (Danny De Vito, Jessica Lange, Helena Bonham Carter, Steve Buscemi, e altri che magari ora mi sfuggono); la regia è di Tim Burton (quello di "Edward mani di forbice") che è in grado di rendere magico tutto quello che racconta.
E' questa, come detto all'inizio, è un'esca.