La vaccinazione antinfluenzale stagionale dei bambini dai 6 mesi ai 5 anni potrebbe da una parte proteggerli dai ceppi stagionali ‘normali’ e viceversa renderli più vulnerabili al contagio da altri ceppi a diffusione pandemica come il virus H1N1? Lo afferma uno studio pubblicato dalla prestigiosa rivista Lancet che sta scatenando un acceso dibattito nella comunità medica internazionale.
“In alcune nazioni è stata raccomandata la vaccinazione contro il virus influenzale stagionale di tutti i bambini dai 6 ai 59 mesi di età. Ma è stato dimostrato – soprattutto negli animali da laboratorio, occorre dirlo – che l’infezione da virus influenzali induce anche immunità protettiva verso altri ceppi virali influenzali, un fenomeno denominato immunità eterosubtipica”.
Questa immunità ‘generale’ a tutti i ceppi virali influenzali che il nostro sistema immunitario acquisisce una volta contagiato da un’influenza non fornisce una protezione completa, ma può avere un effetto protettivo da non sottovalutare in tempi di pandemia.
Ora, se si vaccinano i neonati – che non sono ancora mai stati contagiati da un virus influenzale – si impedisce di fatto che il loro sistema immunitario ‘conosca’ questo tipo di nemico: “Prevenire l’infezione influenzale stagionale con la vaccinazione potrebbe prevenire non solo l’insorgere dell’influenza ma anche l’induzione della immunità eterosubtipica verso i ceppi virali pandemici come l’H1N1, il che potrebbe diventare uno svantaggio soprattutto per ;individui immunologicamente deboli come i neonati o i bambini molto piccoli”,