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Autore Topic: Sindaci etruschi cercasi  (Letto 7652 volte)
Lucullo II
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« il: Aprile 27, 2014, 21:59:36 »

Idee di accorpamenti improbabili per far rinascere antichi centri etruschi in queste terre che di nuovo nulla hanno da proporre

http://www.tusciaweb.eu/2014/04/montalto-canino-cellere-fusi-nel-comune-vulci/comment-page-1/#comment-82053
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luigi
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« Risposta #1 il: Aprile 28, 2014, 14:53:55 »

Accorpamento non l'ho mai sentito e non so nemmeno cosa sia.
I Comuni o si "uniscono" o si "fondono" in quest'ultimo caso creando un'ente nuovo.

Citazione
"Per le amministrazioni locali è in programma l’accorpamento dei comuni sotto i 5mila abitanti e Cellere rientra in questo progetto di taglio."
Questa cosa non è proprio vera... ma i politici a volte usano parole che non hanno alcuna rispondenza nelle leggi tanto per fare un po' di polverone e confondere le idee.
Allora prendiamo la normativa:
Citato da: Art. 16 della LEGGE 14 settembre 2011, n. 148 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari
1. Al fine di assicurare il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, l'ottimale coordinamento della finanza pubblica, il contenimento delle spese degli enti  territoriali  e  il  migliore svolgimento delle funzioni amministrative e dei servizi  pubblici,  a decorrere dalla data di cui al comma 9, i comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti  esercitano  obbligatoriamente  in  forma  associata tutte le funzioni amministrative e  tutti  i  servizi  pubblici  loro spettanti sulla base della legislazione vigente mediante un'unione di comuni ai sensi dell'articolo 32 del testo unico di  cui  al  decreto legislativo 18 agosto  2000,  n.  267.  
...omissis..
6. Le unioni di cui al comma 1 sono istituite in  modo  che  la complessiva   popolazione   residente   nei   rispettivi   territori, determinata ai sensi dell'articolo 156, comma  2,  del  citato  testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del  2000,  sia  di  norma superiore a 5.000 abitanti, ovvero a 3.000 abitanti qualora i  comuni che intendono comporre  una  medesima  unione  appartengano  o  siano appartenuti a comunità' montane. Entro due mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente  decreto,  ciascuna regione ha facoltà' di individuare diversi limiti demografici.
Le uniche forme associative previste dal TUEL (DECRETO LEGISLATIVO 18 agosto 2000, n. 267 - Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.) sono:
Art. 30 - Convenzioni
Art. 31 - Consorzi
Art. 32 - Unioni di comuni
Art. 33 - Esercizio associato di funzioni e servizi da parte dei comuni
Art. 34 - Accordi di programma

L'Unione di Comuni è :
Citato da: Art. 32 TUEL
...l'ente locale costituito  da  due  o  piu' comuni, di norma contermini, finalizzato all'esercizio  associato  di funzioni e servizi. Ove costituita in prevalenza da  comuni  montani, essa assume la denominazione di  unione  di  comuni  montani  e  puo' esercitare anche le specifiche competenze di tutela e  di  promozione della montagna attribuite in  attuazione  dell'articolo  44,  secondo comma, della Costituzione e  delle  leggi  in  favore  dei  territori montani.
Altrimenti si fa una "fusione" come riportato di seguito nell'articolo di TusciaWeb:
Considerando gli ottimi rapporti con le amministrazioni di Montalto di Castro e Canino, dopo aver parlato con i primi cittadini Caci e Pocci, è stato organizzato un progetto amministrativo importantissimo, che prevede la fusione dei tre comuni e la nascita di quello di Vulci.
Ma.... vediamo cosa riporta il TUEL:
Citato da:  Articolo 15 Modifiche territoriali fusione ed istituzione di comuni
                 
   1. A norma degli articoli 117 e 133 della Costituzione, le  regioni possono modificare le circoscrizioni territoriali dei comuni  sentite le  popolazioni  interessate, nelle  forme  previste   dalla   legge regionale. Salvo i casi di  fusione  tra  più'  comuni,  non  possono essere istituiti nuovi comuni con  popolazione  inferiore  ai  10.000 abitanti o la cui costituzione comporti, come conseguenza, che  altri comuni scendano sotto tale limite.
Quindi
a) bisogna sentire le popolazioni interessate (presumibilmente con un referendum)
b) non sono i comuni che decidono ma caso mai propongono alla regione che poi valuta
“Creare un comune storico come Vulci – ha sottolineato il sindaco Leandro Peroni – potrà rafforzare l’intero territorio della Maremma Laziale. Permetterà di riportare attuale una storia importante come quella etrusca, identificare immediatamente il glorioso passato della nostra terra, catalizzare turismo e portare risultati economici. Sono certo che i cittadini, uniti da una storia che ci lega da migliaia di anni, potranno apprezzare questo gesto, che rispetta le indicazioni centrali sul risparmio e unisce abitanti che discendono dagli stessi avi”.
Non è che i cittadini "potranno apprezzare il gesto" ma caso mai dovranno essere "sentite" preventivamente.

Quindi riassumendo la parola "Accorpamento di Comuni" non esiste.
Il percorso ottimale secondo me (scriviamolo grande se no qualcuno pensa che io mi candidi alle prossime elezioni)
1) fare l'esercizio associato di funzioni e servizi
2) Procedere con l'unione dei comuni prima magari sentendo le popolazioni interessate
3) andare a creare il nuovo comune una volta rodati gli strumenti (solo dopo)

P.S. sono estremamente favorevole sia all'unione che alla fusione di comuni a patto che si segua l'iter legislativo previsto, si valutino bene i pro e i contro, e non si usi solo per spot elettorali.
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Lucullo II
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« Risposta #2 il: Aprile 28, 2014, 17:02:16 »

l'importante per me è che stia avanzando l'idea che i piccoli comuni sono un costo ormai insostenibile e che bisognerà trovare una entità diversa: fusione (come le società), accorpamento (termine di derivazione cristiana), accoppiamento (da stalle bovine), unione (per cercare la forza), consorzi (mi sa tanto di agrario), associazione (per volersi più bene), comunione (per sentirsi fratelli e sorelle)... alla fine poco importa. Purché finiscano tutte queste strutture burocratiche per così pochi abitanti.
Ma mi ha colpito soprattutto il riferimento alla storia, alle radici del territorio, anche se  non mi è parso troppo schietto (ma è solo una mia idea). Il guaio è che non vedo illuminati Lucumoni in giro
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luigi
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« Risposta #3 il: Aprile 28, 2014, 17:23:02 »

l'importante per me è che stia avanzando l'idea che i piccoli comuni sono un costo ormai insostenibile e che bisognerà trovare una entità diversa
Perfettamente d'accordo!
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« Risposta #4 il: Maggio 05, 2014, 08:42:09 »

Ho appena notato che questo post è stato inserite da Lucullo II nel gruppo "Chiacchiere, curiosità e umorismo" secondo me non a caso.

La confusione tra gli amministratori (a questo punto dando per scontata che sia solo per fini elettorali e propagandistici) regna sovrana.

Nell'articolo di TusciaWeb del 05/05/2014 (mai data fu più indicata ... il 5 maggio dell'"ei fu" di Manzoniana memoria) Valerio De Nardo, in un articolo secondo me logicamente impostato sul risparmio derivante dal nuovo inquadramento amministrativo dei comuni (anche se mi pare in controtendenza con il suo partito SEL che invece propina ai quattro venti l'aumento della spesa pubblica (ad es. Qui) confonde l'unione dei comuni con la fusione dei comuni.
La visione "liberale" di questo "sporco comunista" come ama definirsi, si trova qui:
Oggi è a tutti evidente che le “economie di scala” consentite da autonomie locali meglio strutturate sono uno degli elementi che può contribuire ad affrontare le difficoltà finanziarie e organizzative degli enti. Tali difficoltà e le trasformazioni sempre più rapide della società, delle tecnologie, dell’economia, richiedono infatti un approccio diverso a problemi nuovi o che, anche se non recenti, si presentano spesso in forme diverse dal passato.

Vediamo i passi "incriminati"
L’iniziativa della fusione dei comuni di Canino, Cellere e Montalto di Castro è a mio parere una proposta apprezzabile e coraggiosa.
Poi

Citato da: Cit.
Come scrive il giurista Pietro Barrera “le città metropolitane, le nuove province e le unioni di comuni funzioneranno se il paese (i comuni, le forze politiche, le forze sociali) sapranno costruire e far vivere ogni giorno la dimensione della amministrazione condivisa”. Questo è possibile anche nel territorio della Tuscia se tutti gli attori politici, sociali e istituzionali saranno in grado di fare gioco di squadra, se comprenderanno che la forza di ciascuno sarà tanto maggiore quanto lo sarà quella di tutto il territorio. La proposta che viene dalla Maremma mi pare vada proprio in questa direzione.
Beh no... la proposta della Maremma va nella direzione della fusione di comuni. Che secondo me presuppone un salto, decisamente troppo alto, per comuni che sono stati divisi per molto tempo e che necessitano del dovuto "rodaggio" per un buon funzionamento (quindi l'unione prima delle fusione è un atto necessario)
ed ancora
Citato da: cit,
In questo processo le fusioni dei comuni più piccoli (per i quali potrebbero comunque rimanere municipi e centri di servizio locali)
E' no! Se si fonde si crea un nuovo comune o si allargano i confini amministrativi di uno dei partecipanti e dei municipi "rimarrà solo uno" (semicit.)

Resto del parere che le unioni di comuni e le successive fusioni sono uno strumento importante per la riduzione e l'"efficientamento" (gran brutto termine ma visto che piace tanto ai nostri legislatori...) delle spese della P.A. e quindi per il resto concordo con quanto detto da De Nardo.
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