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Autore Topic: Ripetitore H3G per telefonia mobile  (Letto 104468 volte)
Lucullo II
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« Risposta #90 il: Settembre 10, 2012, 16:01:36 »

Le autorizzazioni a voce non esistono. Ma un impianto lo si autorizza su progetto (e quindi è impossibile non autorizzarlo) e vorrei vedere chi è quella volpe che presenta un progetto fuori norma
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« Risposta #91 il: Settembre 10, 2012, 16:30:39 »

Campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa (ELF)

Le cose non vanno solo copiate e incollate dopo una breve ricerca su google, vanno anche capite: sai che differenza c'è tra i campi elettromagnetici a frequenze estremamente basse e quelle generate da un'antenna per telecomunicazioni?
Le antenne dei cellulari, in particolare, lavorano nel campo delle microonde, quindi a frequenze elevatissime (da 900 MHz a 2,1 GHz).
Come già detto prima, un legame statistico tra campi elettromagnetici a frequenze molto basse (per capirci, quelli generati dai grandi elettrodotti) e tumori (in particolare leucemie) è stato dimostrato: per le alte frequenze, invece, è tutto da dimostrare.
Sono ormai 50 anni che viviamo immersi in campi elettromagnetici ad alta frequenza, prima dei cellulari sono arrivati radio e televisione che viaggiano su frequenze molto vicine a quelle dei cellulari, e ti assicuro che a casa tua ci sono campi elettromagnetici molto più pericolosi da quelli emessi da un cellulare o da una sua antenna.
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« Risposta #92 il: Settembre 10, 2012, 23:16:33 »

Premesso che personalmente ho etichettato il post di giov.anni_11 come pretestuoso, rispondendo a Lucullo II: risponderò anche a lui.

Le autorizzazioni a voce non esistono. Ma un impianto lo si autorizza su progetto (e quindi è impossibile non autorizzarlo) e vorrei vedere chi è quella volpe che presenta un progetto fuori norma

L'articolo 87 ("Procedimenti autorizzatori relativi alle infrastrutture di comunicazione elettronica per impianti radioelettrici") comma 9 del decreto legislativo 1 agosto 2003, n. 259 (755KB) recita (pag. 69 del pdf):

Citazione
9. Le istanze di autorizzazione e le denunce di attivita' di cui al presente articolo, nonche' quelle relative alla modifica delle caratteristiche di emissione degli impianti gia' esistenti, si intendono accolte qualora, entro novanta giorni dalla presentazione del progetto e della relativa domanda, fatta eccezione per il dissenso di cui al comma 8, non sia stato comunicato un provvedimento di diniego o un parere negativo da parte dell'organismo competente ad effettuare i controlli, di cui all'articolo 14 della legge 22 febbraio 2001, n. 36. Gli Enti locali possono prevedere termini piu' brevi per la conclusione dei relativi procedimenti ovvero ulteriori forme di semplificazione amministrativa, nel rispetto delle disposizioni stabilite dal presente comma.

...dal quale se ne deduce che non facendo niente: viene autorizzato "d'ufficio".

Per questo dicevo che non è scontato che ci sia un documento con un'autorizzazione "scritta" (e se non ho capito male: questo è il nostro caso).

Il comma successivo ivece (pag. 70 del pdf) da la risposta "implicita" a giov.anni_11

Citazione
10. Le opere debbono essere realizzate, a pena di decadenza, nel termine perentorio di dodici mesi dalla ricezione del provvedimento autorizzatorio espresso, ovvero dalla formazione del silenzio-assenso.

...in base a questo comma, e grazie ad una semplice operazione aritmetica, si può vedere che l'autorizzazione non può pervenire dalla vecchia amministrazione.

Se poi qualcuno si riferisce alla richiesta/comunicazione precedente (quella di aprile 2011, se non ricordo male) gli vorrei ricordare che Valentano in quel periodo era commissariata.
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A proposito di mancanza di informazioni: [omissis] quello col "nick" strano ha detto che è tipico in comune che i portici rimangano liberi [cit.].
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« Risposta #93 il: Settembre 11, 2012, 08:09:54 »

Significa che l'inerzia (che può essere del tutto cosciente e consapevole) dà luogo ad autorizzazione, vale a dire ad espressione di volontà favorevole all'istanza. O dobbiamo pensare per forza che gli enti locali non hanno voglia di esaminare le pratiche loro proposte?
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« Risposta #94 il: Settembre 11, 2012, 09:37:09 »

Campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa (ELF)

Le cose non vanno solo copiate e incollate dopo una breve ricerca su google, vanno anche capite: sai che differenza c'è tra i campi elettromagnetici a frequenze estremamente basse e quelle generate da un'antenna per telecomunicazioni?
Le antenne dei cellulari, in particolare, lavorano nel campo delle microonde, quindi a frequenze elevatissime (da 900 MHz a 2,1 GHz).
Come già detto prima, un legame statistico tra campi elettromagnetici a frequenze molto basse (per capirci, quelli generati dai grandi elettrodotti) e tumori (in particolare leucemie) è stato dimostrato: per le alte frequenze, invece, è tutto da dimostrare.
Sono ormai 50 anni che viviamo immersi in campi elettromagnetici ad alta frequenza, prima dei cellulari sono arrivati radio e televisione che viaggiano su frequenze molto vicine a quelle dei cellulari, e ti assicuro che a casa tua ci sono campi elettromagnetici molto più pericolosi da quelli emessi da un cellulare o da una sua antenna.

Aggiungo, per dovere di completezza, che le antenne di Radio Vaticana a Cesano rientrano in una categoria molto particolare: Radio Vaticana trasmette da Cesano i segnali a onde corte e onde medie in modulazione di ampiezza, una tecnologia ormai quasi abbandonata nel mondo occidentale, ed utilizzata per avere una diffusione molto ampia su tutto il pianeta o quasi, e che sfrutta la capacità della ionosfera di riflettere onde elettromagnetiche: per sfruttare questa caratteristica della ionosfera bisogna utilizzare una gamma di frequenze particolari, molto più basse di quelle delle trasmissioni in modulazione di frequenza (la "radio" come si intende oggi) e molto più potenti: tali gamme sono chiamate proprio "onde corte" o "onde medie" perché, rispetto alle microonde, utilizzano frequenze più basse fino a 4 ordini di grandezza: tanto per dare dei numeri, le gamma delle onde medie è tra i 526 kHz e i 1620 kHz in Europa (in Nord America è leggermente più bassa), quella delle microonde utilizzate nei servizi radiomobile è tra gli 800 e i 2100 MHz: la differenza è la copertura: con le OM si fanno trasmissioni intercontinentali, con le microonde non si va oltre qualche Km.
In pratica le emissioni elettromagnetiche del Centro Trasmissioni del Vaticano a Cesano rientrano nelle onde elettromagnetiche a bassa frequenza e alta potenza, cioé quelle per cui è stata dimostrata una relazione statistica con l'incidenza di tumori nella popolazione esposta.
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« Risposta #95 il: Settembre 11, 2012, 09:44:47 »

http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-02-07/antenne-cellulari-procedura-unica-064152_PRN.shtml

Relativamente al rapporto tra il DPR TU Edilizia 380/2001 e il 259/2003 occorre chiarire:

Il d.lgs 259/2003 non ha abrogato il punto 4 lettera e), comma 1 dell’art. 4 del DPR 380/2001 in base al quale sono soggetti a permesso a costruire i tralicci.
Servirebbe un intervento diretto del legislatore (abrogazione di tutto il punto 4 lettera e).
Nel frattempo la giurisprudenza ha stabilito che la procedura del 259/203 "assorbe" la procedura del 380/2001 ma non è detto che le valutazioni urbanistiche,  edilizie etc. non debbano essere oggetto di valutazione.

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« Risposta #96 il: Settembre 11, 2012, 09:56:42 »

http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-02-07/antenne-cellulari-procedura-unica-064152_PRN.shtml

Relativamente al rapporto tra il DPR TU Edilizia 380/2001 e il 259/2003 occorre chiarire:

Il d.lgs 259/2003 non ha abrogato il punto 4 lettera e), comma 1 dell’art. 4 del DPR 380/2001 in base al quale sono soggetti a permesso a costruire i tralicci.
Servirebbe un intervento diretto del legislatore (abrogazione di tutto il punto 4 lettera e).
Nel frattempo la giurisprudenza ha stabilito che la procedura del 259/203 "assorbe" la procedura del 380/2001 ma non è detto che le valutazioni urbanistiche,  edilizie etc. non debbano essere oggetto di valutazione.



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« Risposta #97 il: Settembre 11, 2012, 11:28:22 »

Campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa (ELF)

Le cose non vanno solo copiate e incollate dopo una breve ricerca su google,
.
In pratica le emissioni elettromagnetiche del Centro Trasmissioni del Vaticano a Cesano rientrano nelle onde elettromagnetiche a bassa frequenza e alta potenza, cioé quelle per cui è stata dimostrata una relazione statistica con l'incidenza di tumori nella popolazione esposta.

E giustamente stanno ancora lì, tanto per essere ottimisti sull'esito delle lotte contro quelle la cui dannosità non è dimostrata
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« Risposta #98 il: Settembre 11, 2012, 11:32:26 »

E giustamente stanno ancora lì, tanto per essere ottimisti sull'esito delle lotte contro quelle la cui dannosità non è dimostrata

Sei rimasto indietro:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/12/radio-vaticana-abbandona-santa-maria-di-galeria-emissioni-elettromagnetiche-quasi/261215/
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« Risposta #99 il: Settembre 11, 2012, 12:55:36 »

E giustamente stanno ancora lì, tanto per essere ottimisti sull'esito delle lotte contro quelle la cui dannosità non è dimostrata

Sei rimasto indietro:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/12/radio-vaticana-abbandona-santa-maria-di-galeria-emissioni-elettromagnetiche-quasi/261215/

Siamo stati esauditi
http://www.photocommunity.qtp.it/gallery/showimage.php?i=10370&catid=member&imageuser=643
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« Risposta #100 il: Settembre 11, 2012, 13:13:20 »

Chiedo venia sulla mia insistenza ma.......
 
Quando si parla di campi elettromagnetici ad alta frequenza, si intende, in genere, quei campi compresi nella banda delle radiofrequenze (RF da 100 kHz a 300 MHz e delle microonde (MO da 300 MHz a 300 GHz).

Le principali sorgenti sono gli apparati utilizzati per scopi terapeutici ed industriali (radar e marconiterapia, risonanza magnetica, macchine per l'incollaggio della plastica, ecc. alcuni dispositivi domestici (telefoni cellulari, babyphone, forni a microonde, ecc.) e tutti gli apparati per telecomunicazioni (trasmittenti radiotelevisive antenne per la telefonia cellulare, radar, ponti radio, ecc.).

Tutte queste ed altre sorgenti, come riportato nella tabella, emettono nello spettro delle alte frequenze

PRINCIPALI UTILIZZAZIONI DELLA GAMMA DI FREQUENZA DA 3 KHZ A 30 GHZ
(Mantiply et al., 1997)
 

BANDA SIGLA SORGENTI
3-30 kHz VLF Trasmissioni marittime (Omega)
Videoterminali (VDT)
Stufe elettriche domestiche
30-300 kHz LF Trasmissioni marittime (Loran)
300-3000 kHz MF Trasmissioni radio AM
Trasmissioni radioamatori (lamda 160 m)
Forni elettrici industriali a induzione
Unità elettrochirurgiche
3-30 MHz HF Trasmissioni internazionali
Trasmettitori radioamatori
Trasmettitori radio cittadine
Saldatrici di elettr. industriali
Diatermia ad onde corte
30-300 MHz VHF Trasmissioni radio FM
Televisione VHF
Trasmittenti mobili e portatili
Telefoni senza filo
300-3000 MHz UHF Televisione UHF - Telefoni cellulari
Forni a microonde e diatermia a micr.
Radar per controllo traffico
3-30 GHz SHF Ponti radio a microonde
Connessioni satellitari
Radar di bordo (aerei) e uso polizia


Le principali unità di misura usate per esprimere l'entità del campo elettromagnetico, sono riportate di seguito
a) Componente elettrica del campo elettromagnetico (E): la sua unità di misura è il volt per metro (V/m).

b) Componente magnetica del campo elettromagnetico (H): la sua unità di misura è l'ampere per metro (A/m).

c) Densità di potenza associata all'onda elettromagnetica (S):la sua unità di misura è il watt per metro quadrato (W/m2). Spesso, per esprimere la densità di potenza, si usano alcuni sottomultipli quali il milliwatt per centimetro quadrato (mW/cm2) ed il microwatt per centimetro quadrato (m W/cm2), ricordando che 1 W/m2= 0,1 mW/cm2 =100 (m W/cm2).

 
Effetti sanitari dei campi elettromagnetici ad alta frequenza (rf-mo)
Gli effetti descritti nella letteratura, ascrivibili ad esposizioni a campi elettromagnetici ad alta frequenza, possono essere schematicamente divisi in effetti termici, effetti non termici, effetti indiretti ed effetti a lungo termine.

 
Effetti termici
Come è ampiamente documentato da un grandissimo numero di studi compiuti nell'arco di oltre quarant'anni, l'effetto primario dei campi elettromagnetici a radiofrequenze e microonde è l'effetto termico, conseguente all'assorbimento dell'energia elettromagnetica che viene dissipata sotto forma di calore.

Nel caso di elevate e prolungate esposizioni a tali campi, si possono subire danni localizzati agli organi più sensibili all'ipertermia, in quanto scarsamente vascolarizzati, come il cristallino (cataratta) e i testicoli infertilità e sterilità.

E stato dimostrato sperimentalmente che, affinché si verifichino danni di questo genere, e necessario superare nell'organo bersaglio densità di potenza di almeno 50/60 mW/cm2 per tempi di esposizione prolungati: condizioni di esposizione di tale intensità possono interessare soltanto alcune categorie di lavoratori i per esempio gli addetti all'incollaggio della plastica) ma non la popolazione in generale.



Effetti non termici
Per lungo tempo si è ritenuto che la radiazione ad alta frequenza, al di sotto della soglia che può causare innalzamento termico, non avesse effetto sugli organismi biologici. Oggi si sa che questo era errato.

Sono stati osservati, infatti, una molteplicità di effetti dovuti all'interazione dei campi elettromagnetici ad alta frequenza con la materia vivente, per densità di flusso al di sotto della soglia termica.

L’effetto più interessante è rappresentato dalla possibile azione del campo elettrico sulla permeabilità della membrana cellulare.

Sono stati osservati, inoltre, effetti delle microonde su mutazioni nelle cellule, sia somatiche sia germinali così come effetti sulle funzioni del sistema nervoso centrale in seguito a esposizioni a radiofrequenze.

Risultati recenti hanno dimostrato la perdita di ioni calcio nel tessuto nervoso ed una maggior permeabilità della barriera ematoencefalica per esposizioni a basse intensità di radiazioni a radiofrequenze.

Si suppone, infine, che l’esposizione a campi elettromagnetici ad alta frequenza possa dare luogo anche ad effetti sul sistema cardiovascolare.

 
Effetti indiretti
I circuiti elettronici che compongono le apparecchiature elettromedicali quali ad esempio i monitor di battiti cardiaci, registratori di onde cerebrali, misuratori di pressione sanguigna, monitor di capacità respiratoria, apparecchiature per l’udito, pompe per l'insulina nonché i pace-maker, possono essere influenzati nel loro funzionamento da campi elettromagnetici esterni ad alta frequenza.

Comitati scientifici internazionali hanno fissato valori limite di esposizione al campo elettromagnetico al di sopra dei quali tali apparecchiature possono essere influenzate negativamente dalla presenza del campo stesso,

Per esempio, per quanto riguarda i pace-maker il limite a cui i problemi di mal funzionamento iniziano a sorgere risulta, da ricerche di laboratorio, tra 70 e 80 V/m (12-17 W/m2).

 

Effetti a lungo termine
Nel caso delle alte frequenze sono state sviluppate ricerche ed indagini epidemiologiche, anche se in quantità minore rispetto alle basse frequenze, per valutare eventuali rischi da esposizioni prolungate nel tempo.

La maggior parte delle indagini sono state effettuate, in particolare, su lavoratori potenzialmente esposti a radiofrequenze e microonde, come, per esempio, dipendenti di industrie di telecomunicazioni, personale di ambasciate, operai di aziende di prodotti in plastica con mansioni di termosaldatura, ecc.

Tra i vari studi eseguiti sui lavoratori ricordiamo quello effettuato sul personale dell'ambasciata americana a Mosca dove gli individui sono stati esposti, per lungo tempo, a campi elettromagnetici a radiofrequenze di bassa intensità (Lillienfeld et al.,1978).

Tale studio, che ha interessato 1800 impiegati e 3000 dipendenti dell'ambasciata, non ha evidenziato significativi effetti dannosi per la salute.

Un altro importante studio è stato effettuato durante la guerra in Corea (Robinette et al, 1980) su personale militare.

In tale studio è stata analizzata la mortalità per tumori durante il periodo 1950-1974 di 40.000 dipendenti della marina degli Stati Uniti esposti a microonde. Anche questo studio non ha evidenziato differenze significative.

Al contrario, un altro studio, eseguito sempre su personale militare (Szmigielski et al., 1988) ha segnalato un aumento del rischio di cancro.

Per quanto riguarda le indagini effettuate sulla popolazione, la maggior parte si sono indirizzate su residenti in prossimità di impianti di telecomunicazioni ed in particolare vicino a ripetitori radiotelevisivi, come lo studio eseguito a Honolulu (Anderson et al., 1996) caratterizzato dalla presenza di trasmettitori radiotelevisivi all'interno di un'area densamente popolata. Nell'immediata vicinanza di questi trasmettitori erano stati misurati campi elettrici superiori a 60 V/m che scendevano a livelli minori di 20 V/m a distanze superiori a 3O-50m.

Negli anni 1987-83, si osservò un eccesso di incidenza di tumori totali (45 % negli uomini e 27% nelle donne) e per le leucemie (58 % negli uomini e 45 % nelle donne) nelle sezioni di censimento nelle quali si trovavano i trasmettitori, rispetto ai tassi di riferimento nazionali

Un altro importante studio, di recente pubblicazione, ha analizzato l'incidenza di tumori nella popolazione residente in prossimità di un grande ripetitore radiotelevisivo (il ripetitore di Sutton Coldfield) negli anni 1974-86. Il valore massimo del campo elettrico era 2 V/m per le emittenti TV e 4.5 V/m per le emittenti radio.

Il rischio di leucemia negli adulti, in un raggio di 2 km intorno al sito, era 1.83, basato su 23 casi osservati e 12 casi attesi.(Dolk et al, 1997 a).

A seguito di questa osservazione, è stata studiata in tutta la Gran Bretagna l'incidenza dei tumori nella popolazione residente in prossimità dei trasmettitori radiotelevisivi con potenza effettiva di almeno 500 kW per la televisione e 250 kW per la radio, con riferimento al periodo 1974-96.(Dolk et al, 1997 b).

Su tutta la popolazione residente in un raggio di 10 km dai ripetitori si sono verificati 3305 casi di leucemia negli adulti numero abbastanza uguale ai casi attesi e con un declino del rischio in funzione della distanza mentre non si sono evidenziati eccessi tra i residenti nel raggio di 2 km.




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« Risposta #101 il: Settembre 11, 2012, 13:55:25 »

Chiedo venia sulla mia insistenza ma.......

Un altro copia e incolla senza leggerne (o peggio capirne) il contenuto.
Ad esempio laddove si legge...

...
E stato dimostrato sperimentalmente che, affinché si verifichino danni di questo genere, e necessario superare nell'organo bersaglio densità di potenza di almeno 50/60 mW/cm2 per tempi di esposizione prolungati: condizioni di esposizione di tale intensità possono interessare soltanto alcune categorie di lavoratori i per esempio gli addetti all'incollaggio della plastica) ma non la popolazione in generale.
...

Hai la minima idea di che campi elettrici ci vogliano per avere una densità di potenza come quella indicata?
Ci arrivano appena le macchine usate in radioterapia (sono fatte apposta per uccidere le cellule tumorali), ma le antenne per radiomobile hanno potenze tali che quelle densità di potenza non si raggiungono nemmeno a pochi cm dagli emettitori, figuriamoci su "bersagli" posti a decine di metri.

e poi qui si raggiunge l'apice

...
Si suppone, infine, che l’esposizione a campi elettromagnetici ad alta frequenza possa dare luogo anche ad effetti sul sistema cardiovascolare.

Si suppone? E su quale base?
 
Effetti indiretti
I circuiti elettronici che compongono le apparecchiature elettromedicali quali ad esempio i monitor di battiti cardiaci, registratori di onde cerebrali, misuratori di pressione sanguigna, monitor di capacità respiratoria, apparecchiature per l’udito, pompe per l'insulina nonché i pace-maker, possono essere influenzati nel loro funzionamento da campi elettromagnetici esterni ad alta frequenza.

Questo è risaputo, e non è un caso che chi deve fare la risonanza magnetica deve firmare una documento in cui dichiara di non essere portatore di pacemaker o altri dispositivi elettronici. Ma riguarda sempre sorgenti di campi EM molto intensi.


Per esempio, per quanto riguarda i pace-maker il limite a cui i problemi di mal funzionamento iniziano a sorgere risulta, da ricerche di laboratorio, tra 70 e 80 V/m (12-17 W/m2).

Bene, la legislazione italiana prevede che una stazione radio base debba avere come limite di emissione un campo di 20 V/m (i limiti in altri paesi europei sono più che doppi, pari a 50 V/m)
 
Effetti a lungo termine
Nel caso delle alte frequenze sono state sviluppate ricerche ed indagini epidemiologiche, anche se in quantità minore rispetto alle basse frequenze, per valutare eventuali rischi da esposizioni prolungate nel tempo.

La maggior parte delle indagini sono state effettuate, in particolare, su lavoratori potenzialmente esposti a radiofrequenze e microonde, come, per esempio, dipendenti di industrie di telecomunicazioni, personale di ambasciate, operai di aziende di prodotti in plastica con mansioni di termosaldatura, ecc.

Tra i vari studi eseguiti sui lavoratori ricordiamo quello effettuato sul personale dell'ambasciata americana a Mosca dove gli individui sono stati esposti, per lungo tempo, a campi elettromagnetici a radiofrequenze di bassa intensità (Lillienfeld et al.,1978).

Tale studio, che ha interessato 1800 impiegati e 3000 dipendenti dell'ambasciata, non ha evidenziato significativi effetti dannosi per la salute.

Un altro importante studio è stato effettuato durante la guerra in Corea (Robinette et al, 1980) su personale militare.

In tale studio è stata analizzata la mortalità per tumori durante il periodo 1950-1974 di 40.000 dipendenti della marina degli Stati Uniti esposti a microonde. Anche questo studio non ha evidenziato differenze significative.

Al contrario, un altro studio, eseguito sempre su personale militare (Szmigielski et al., 1988) ha segnalato un aumento del rischio di cancro.

Per quanto riguarda le indagini effettuate sulla popolazione, la maggior parte si sono indirizzate su residenti in prossimità di impianti di telecomunicazioni ed in particolare vicino a ripetitori radiotelevisivi, come lo studio eseguito a Honolulu (Anderson et al., 1996) caratterizzato dalla presenza di trasmettitori radiotelevisivi all'interno di un'area densamente popolata. Nell'immediata vicinanza di questi trasmettitori erano stati misurati campi elettrici superiori a 60 V/m che scendevano a livelli minori di 20 V/m a distanze superiori a 3O-50m.

Negli anni 1987-83, si osservò un eccesso di incidenza di tumori totali (45 % negli uomini e 27% nelle donne) e per le leucemie (58 % negli uomini e 45 % nelle donne) nelle sezioni di censimento nelle quali si trovavano i trasmettitori, rispetto ai tassi di riferimento nazionali

Un altro importante studio, di recente pubblicazione, ha analizzato l'incidenza di tumori nella popolazione residente in prossimità di un grande ripetitore radiotelevisivo (il ripetitore di Sutton Coldfield) negli anni 1974-86. Il valore massimo del campo elettrico era 2 V/m per le emittenti TV e 4.5 V/m per le emittenti radio.

Il rischio di leucemia negli adulti, in un raggio di 2 km intorno al sito, era 1.83, basato su 23 casi osservati e 12 casi attesi.(Dolk et al, 1997 a).

A seguito di questa osservazione, è stata studiata in tutta la Gran Bretagna l'incidenza dei tumori nella popolazione residente in prossimità dei trasmettitori radiotelevisivi con potenza effettiva di almeno 500 kW per la televisione e 250 kW per la radio, con riferimento al periodo 1974-96.(Dolk et al, 1997 b).

Su tutta la popolazione residente in un raggio di 10 km dai ripetitori si sono verificati 3305 casi di leucemia negli adulti numero abbastanza uguale ai casi attesi e con un declino del rischio in funzione della distanza mentre non si sono evidenziati eccessi tra i residenti nel raggio di 2 km.

Nessuno di questi studi parla di stazioni radio base per servizi di telefonia radiomobile: si tratta o di impianti ad alta potenza (e le antenne dei cellulari non lo sono) oppure di apparati di uso militare. Lavoro in una azienda di telecomunicazioni che ha un settore dedicato proprio alla ricerca in questo campo, visto che ogni nostra sede è sovrastata da una selva di antenne radiomobili (e non solo), e non esiste uno studio serio che abbia dimostrato la effettiva pericolosità dei campi elettromagnetici generati da queste antenne.
Se poi vuoi divertirti (o spaventarti) ti invito a comperare un misuratore di campo elettromagnetico e farti delle misure a casa tua, in prossimità, ad esempio di un abat-jour acceso, oppure vicino ad un phon mentre ti asciughi i capelli (se li hai ancora, io ho già la fortuna di non dovermi più irradiare il cranio...  ), oppure quando fai una telefonata con il tuo cellulare. Avrai il piacere di trovare valori di campo molto più intensi di quelli che ricevi dalla più vicina antenna.

Ribadisco l'invito a puntare l'attenzione su altro per evitare l'istallazione di quell'antenna, la scusa dell'elettrosmog non regge.
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« Risposta #102 il: Settembre 11, 2012, 19:29:01 »

Le autorizzazioni a voce non esistono. Ma un impianto lo si autorizza su progetto (e quindi è impossibile non autorizzarlo) e vorrei vedere chi è quella volpe che presenta un progetto fuori norma

L'articolo 87 ("Procedimenti autorizzatori relativi alle infrastrutture di comunicazione elettronica per impianti radioelettrici") comma 9 del decreto legislativo 1 agosto 2003, n. 259 (755KB) recita (pag. 69 del pdf):

Citazione
9. Le istanze di autorizzazione e le denunce di attivita' di cui al presente articolo, nonche' quelle relative alla modifica delle caratteristiche di emissione degli impianti gia' esistenti, si intendono accolte qualora, entro novanta giorni dalla presentazione del progetto e della relativa domanda, fatta eccezione per il dissenso di cui al comma 8, non sia stato comunicato un provvedimento di diniego o un parere negativo da parte dell'organismo competente ad effettuare i controlli, di cui all'articolo 14 della legge 22 febbraio 2001, n. 36. Gli Enti locali possono prevedere termini piu' brevi per la conclusione dei relativi procedimenti ovvero ulteriori forme di semplificazione amministrativa, nel rispetto delle disposizioni stabilite dal presente comma.

...dal quale se ne deduce che non facendo niente: viene autorizzato "d'ufficio".

Per questo dicevo che non è scontato che ci sia un documento con un'autorizzazione "scritta" (e se non ho capito male: questo è il nostro caso).

Significa che l'inerzia (che può essere del tutto cosciente e consapevole) dà luogo ad autorizzazione, vale a dire ad espressione di volontà favorevole all'istanza.

Può essere cosciente/non cosciente/consapevole/non consapevole ...o semplicemente preso con "leggerezza", ma rimane il fatto che un documento con un'autorizzazione scritta da postare su questo forum non mi sembra ci sia.

Per farla corta: non vedo in che modo possa entrarci la vecchia amministrazione... (e personalmente non ne faccio una colpa a quella nuova).

P.S: se la documentazione presentata era in regola, non credo fosse così facile dare una motivazione sensata per il rifiuto.

...fermo restando che sono "straconvinto" che nessuno (neanche il proprietario del terreno) si aspettasse un palo di quella "stazza" (sulla carta non fa la stessa impressione che dal vivo), ma ovviamente è tutto: IMHO.
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A proposito di mancanza di informazioni: [omissis] quello col "nick" strano ha detto che è tipico in comune che i portici rimangano liberi [cit.].
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« Risposta #103 il: Settembre 12, 2012, 11:52:13 »

Può essere cosciente/non cosciente/consapevole/non consapevole ...o semplicemente preso con "leggerezza", ma rimane il fatto che un documento con un'autorizzazione scritta da postare su questo forum non mi sembra ci sia.

Per farla corta: non vedo in che modo possa entrarci la vecchia amministrazione... (e personalmente non ne faccio una colpa a quella nuova).

P.S: se la documentazione presentata era in regola, non credo fosse così facile dare una motivazione sensata per il rifiuto.

Ribadisco l'invito a puntare l'attenzione su altro per evitare l'istallazione di quell'antenna, la scusa dell'elettrosmog non regge.

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« Risposta #104 il: Settembre 12, 2012, 16:24:45 »

Avendo un po' di tempo a disposizione e parlando con un collega che si occupa di coperture radiomobili, mi sono scartabellato un po' di materiale che si trova in rete su ricorsi sostenuti tra amministrazioni comunali e operatori radiomobili.
Innanzi tutti le normative: la legge che regolamenta la protezione dalle esposizioni ai campi elettromagnetici è la legge 36 del febbriao 2001.
Chi istalla antenne in genere si attiene a questa normativa per quanto riguarda le emissioni elettromagnetiche, che come ho già ripetuto fino allo sfinimento, in Italia sono estremamente conservative (i valori di campo consentiti per esposizioni prolungate sono 10 volte inferiori a quelli suggeriti dalle direttive europee, tanto per dire).
Ribadisco che chi non vuole quell'antenna si può attaccare a tutto tranne che a questo, tanto più che esiste una vastissima letteratura giuridica con tanto di ricorsi al TAR vinti a mani basse dagli operatori di telecomunicazioni che rispettavano tali limiti di legge.
Tuttavia, leggendo l'articolo 1 della legge, c'è il punto c) che potrebbe avere molto più senso approfondire:
Citazione
1. La presente legge ha lo scopo di dettare i princìpi fondamentali diretti a:

    a) assicurare la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione dagli effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici ai sensi e nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione;

    b) promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine e attivare misure di cautela da adottare in applicazione del principio di precauzione di cui all’articolo 174, paragrafo 2, del trattato istitutivo dell’Unione Europea;

    c) assicurare la tutela dell’ambiente e del paesaggio e promuovere l’innovazione tecnologica e le azioni di risanamento volte a minimizzare l’intensità e gli effetti dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici secondo le migliori tecnologie disponibili.

La strada da seguire, a mio avviso, sta nella frase evidenziata in grassetto. Purtroppo non sono in grado di interpretare a fondo quanto contenuto dalla legge (ci vorrebbe un esperto legale), ma credo che la strada da seguire per tentare di fare qualcosa sia più questa (la difesa del paesaggio) piuttosto che quella delle onde elettromagnetiche.
Ribadisco l'invito a valutare tutta la burocrazia necessaria per questo tipo di istallazioni e laddove manchi qualcosa, appigliarsi a questo tipo di cavilli per far sospendere la cosa.
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