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Autore Topic: Proposta di lettura - Discorso di Marchionne Meeting di Rimini  (Letto 25645 volte)
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« Risposta #30 il: Novembre 10, 2010, 14:24:31 »

gli imprenditori delle pelletterie di Valentano sanno fare il loro mestiere (andrebbero viste come un ottimo caso studio)


Sulla "bravura" degli imprenditori delle pelletterie di Valentano ti inviterei a chiedere alle operaie dei primi tempi come fossero gli stipendi. O meglio, dove fosse una parte degli stipendi...
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« Risposta #31 il: Novembre 10, 2010, 14:37:58 »

gli imprenditori delle pelletterie di Valentano sanno fare il loro mestiere (andrebbero viste come un ottimo caso studio)


Sulla "bravura" degli imprenditori delle pelletterie di Valentano ti inviterei a chiedere alle operaie dei primi tempi come fossero gli stipendi. O meglio, dove fosse una parte degli stipendi...

Il Maestro disse: “You, ti insegnerò che cos’è la sapienza: riconosci di sapere quel che sai e di non sapere quello che non sai. Questa è la sapienza”. (Confucio)
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« Risposta #32 il: Novembre 10, 2010, 14:58:51 »

gli imprenditori delle pelletterie di Valentano sanno fare il loro mestiere (andrebbero viste come un ottimo caso studio)


Sulla "bravura" degli imprenditori delle pelletterie di Valentano ti inviterei a chiedere alle operaie dei primi tempi come fossero gli stipendi. O meglio, dove fosse una parte degli stipendi...

Nel caso di Valentano la bravura è stata anche degli operai e da hanno saputo gestire i periodi di crisi con responsabilità e professionalità.
Insieme agli imprenditori o addirittura mettendosi in proprio hanno dimostrato una capacità imprenditoriale e una responsabilità sociale veramente eccezionale che dovrebbe farci riflettere. (il tempo della lotta di classe tra "Padrone" e "operaio"  oramai è morto e sepolto per fortuna....).
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« Risposta #33 il: Novembre 10, 2010, 15:11:18 »


Nel caso di Valentano la bravura è stata anche degli operai e da hanno saputo gestire i periodi di crisi con responsabilità e professionalità.
Insieme agli imprenditori o addirittura mettendosi in proprio hanno dimostrato una capacità imprenditoriale e una responsabilità sociale veramente eccezionale che dovrebbe farci riflettere. (il tempo della lotta di classe tra "Padrone" e "operaio"  oramai è morto e sepolto per fortuna....).


Ti faccio un esempio, perché mi pare che tu non afferri o non voglia afferrare qual è il punto: metti che io sono il tuo ultimo cliente presente sulla faccia della terra, vengo da te per una tua consulenza, tu mi fai una fattura da 100 e io te ne pago 70 e ti dico "Accontentati, perché sennò non prendi nemmeno questi", vediamo come la prendi...
Ecco, diciamo che a suo tempo a Valentano succedeva qualcosa di simile, e a Pomigliano sta succedendo una cosa simile.
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« Risposta #34 il: Novembre 10, 2010, 15:57:20 »

Ti faccio un esempio, perché mi pare che tu non afferri o non voglia afferrare qual è il punto: metti che io sono il tuo ultimo cliente presente sulla faccia della terra, vengo da te per una tua consulenza, tu mi fai una fattura da 100 e io te ne pago 70 e ti dico "Accontentati, perché sennò non prendi nemmeno questi", vediamo come la prendi...
Ecco, diciamo che a suo tempo a Valentano succedeva qualcosa di simile, e a Pomigliano sta succedendo una cosa simile.

In ogni caso io la penso tu, tu la pensi in maniera diversa. Non voglio convincerti per forza. Abbiamo due punti di vista diversi.
Se continuiamo diventerebbe un semplice dibattito tra me e te che non porterebbe da nessuna parte.
Ti potrei anche rispondere dicendo perchè lo Uaw, lo United Auto Worker, il sindacato dei metalmeccanici Usa ha firmato lo stesso accordo di Pomigliano tutti stupidi?
Ma lasciamo stare... La chiudo qui.
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« Risposta #35 il: Novembre 10, 2010, 16:18:50 »


In ogni caso io la penso tu, tu la pensi in maniera diversa. Non voglio convincerti per forza. Abbiamo due punti di vista diversi.
Se continuiamo diventerebbe un semplice dibattito tra me e te che non porterebbe da nessuna parte.
Ti potrei anche rispondere dicendo perchè lo Uaw, lo United Auto Worker, il sindacato dei metalmeccanici Usa ha firmato lo stesso accordo di Pomigliano tutti stupidi?
Ma lasciamo stare... La chiudo qui.


Che queste siano le mie opinioni, è ovvio e non voglio certo importele, ma non sono io che voglio spacciare Marchionne per grande imprenditore.
Riguardo invece la questione della stupidità o meno di chi accetta certi contratti capestro, te la metto chiara, visto che non capisci: in questo momento gli "imprenditori" hanno il coltello dalla parte del manico e gli operai, che non possono rifiutare rischiando di perdere il lavoro, sono COSTRETTI a prendere quello che possono. Te lo ripeto, non ti auguro di trovarti nella situazione di dover dipendere da un solo cliente, per dover campare: moriresti di fame.
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« Risposta #36 il: Novembre 10, 2010, 19:09:38 »

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il sindacato dei metalmeccanici Usa ha firmato lo stesso accordo di Pomigliano tutti stupidi?

Ti faccio presente che sono due cose diverse. . . Negli USA gli operai sono azzionisti delle loro fabbrice, questo gia ti fa capire che sono due cose diverse poi ci sono molte altre cose che puoi vedere se hai tempo
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Non mi paragonate alla societa io sono migliore
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« Risposta #37 il: Novembre 10, 2010, 19:55:42 »

Citazione
il sindacato dei metalmeccanici Usa ha firmato lo stesso accordo di Pomigliano tutti stupidi?

Ti faccio presente che sono due cose diverse. . . Negli USA gli operai sono azzionisti delle loro fabbrice, questo gia ti fa capire che sono due cose diverse poi ci sono molte altre cose che puoi vedere se hai tempo

Non dico dal punto di vista di azionariato (in Italia il finanziamento delle imprese avviene per lo più dalle banche quindi sarebbe un accordo irraggiungibile mentre negli USA i finanziamenti sono date dalle azioni) ma di management.
Basta leggere questo articolo de Il sole 24 ore che conferma
 "L'intransigenza dei sindacati italiani contrasta con l'esperienza Usa», argomenta ancora il Financial Times, ricordando che il sindacato americano UAW ha accettato di non scioperare prima del 2015, nell'ambito dell'accordo Fiat-Chrysler stipulato lo scorso anno. «Senza questo accordo, il gruppo automobilistico Usa non avrebbe potuto registrare quest'anno due trimestri di utili operativi». Il sindacato si è comportato «realisticamente». La Fiom potrebbe mostrare «una simile dose di pragmatismo".
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« Risposta #38 il: Novembre 10, 2010, 21:33:51 »

che ti aspetti che dica il giornale della confindustria?
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« Risposta #39 il: Novembre 10, 2010, 23:08:40 »

Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire.
Io ho parlato dei salari in Germania e qualcuno fa i paragoni con la Polonia.
Nel Burkina Faso i salari sono bassissimi praticamente inesistenti, li la FIAT farebbe degli utili spaventosi.
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« Risposta #40 il: Novembre 11, 2010, 09:10:40 »

Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire.
Io ho parlato dei salari in Germania e qualcuno fa i paragoni con la Polonia.
Nel Burkina Faso i salari sono bassissimi praticamente inesistenti, li la FIAT farebbe degli utili spaventosi.
Mi pare di essere stato abbastanza chiaro invece.
Il costo di un operaio in un industria va preso non solo il base ai costi espliciti ma anche  in base ad altri parametri tra cui la produttività
Se l'operaio di Pomigliano mi produce 300 macchine all'anno lo pagherei 3 volte di più rispetto a quello Polacco. Semplice.
Il fatto poi che gli Italiani hanno una manualità, una gestione delle manutenzione delle macchine e una capacità di problem solving che i Polacchi ( e nemmeno i tedeschi) avranno mai va un po' a scemare questa proporzione.

L'analisi economica non è un giochino che si basa su una sola variabile (nel tuo caso costo del lavoro) ma una serie di cose come ad esempio disponibilità di finanziamento da parte dello stato/banche, conflittualità aziendale, infrastrutture, stabilità economica, stabilità politica, costo dell'energia, possiiblità di sviluppo del mercato locale ecc. Solo negli standard IASB ci sono 400 indici che vengono valutati. Se ci riesci in Burkina Faso a fargli raggiungere una produttività di 98 macchine/operaio...

Il tuo discorso sulla VW è solo parziale. Anche questa azienda ha deciso di aprire due stabilimenti in Cina ed uno in India. Ha già impianti in Brasile ed in altre parti del mondo (se non sbaglio sono una sessantina) quindi di fatto persegue la stessa politica Globale di tutti
Se leggi questo articolo ad un certo punto dice:
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Un’azienda quando decide di produrre in un determinato paese, non guarda solo ai costi produttivi, ma soprattutto alle possibilità di sviluppo del mercato. È stato questo il caso di Volkswagen, che mentre in Cina in tre trimestri ha venduto quasi 1,5 milioni di automobili in crescita di circa il 39 per cento, in Germania, dove il mercato è depresso dopo un anno pieno di sussidi pubblici dati dal Governo Merkel, il 2009, venderà meno di un milione di autoveicoli. L’intero gruppo di Wolfsburg ha venduto nei primi tre trimestri in tutta Europa circa 2,1 milioni di veicoli, in contrazione di circa il 4 per cento. Se tale andamento dovesse continuare, nel 2012 il primo mercato per il gruppo Volkswagen sará quello cinese. La casa automobilistica tedesca non è andata in Cina a produrre perché i costi di produzione sono evidentemente piú bassi, ma è andata nella Repubblica Popolare per prendere le opportunità che arrivavano da quel mercato.

Volkswagen può insegnare una cosa alla Fiat e una ai sindacati e alla classe dirigente italiana. Alla Fiat indica quale è la direzione da prendere per il futuro. Lo sviluppo del mercato non arriverá piú da Europa e Stati Uniti, dove comunque è importante avere una forte presenza, ma è necessario andare verso l’Asia.

I sindacati e la politica, invece, non devono pensare alla delocalizzazione come una «fuga» dall’Italia. In Germania si producono quasi 10 volte il numero di veicoli prodotti in Italia, nonostante la Cina sia ormai essenziale per la principale casa automobilistica tedesca. Bisogna pensare ad adottare una contrattazione a livello aziendale, come proposto da Sergio Marchionne a Pomigliano d’Arco e Melfi, senza pregiudizi. Non è un caso che il 40 per cento dei contratti in Germania siano di livello aziendale e non legati ad un contratto nazionale.

che ti aspetti che dica il giornale della confindustria?

Veramente era un commento su un articolo del Financial Times....

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« Risposta #41 il: Novembre 11, 2010, 10:46:12 »



Il tuo discorso sulla VW è solo parziale. Anche questa azienda ha deciso di aprire due stabilimenti in Cina ed uno in India. per prendere le opportunità che arrivavano da quel mercato.




fanno tuti così ormai. Il guaio è che a guadagnarci sono solo gli imprenditori, mentre il paese (ma l'occidente in generale) si impoverisce, aumenta la disoccupazione e non diminuisce neppure il prezzo delle auto (benefici in tasca di pochi e a danno di tutti). Dovrebbero fare delle leggi che impongono in qualche modo una redistribuzione della ricchezza. Sennò tra qualche anno dovremo fare tutti le valigie per la Cina
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« Risposta #42 il: Novembre 11, 2010, 11:12:48 »

...a guadagnarci sono solo gli imprenditori, mentre il paese (ma l'occidente in generale) si impoverisce, aumenta la disoccupazione e non diminuisce neppure il prezzo delle auto (benefici in tasca di pochi e a danno di tutti). Dovrebbero fare delle leggi che impongono in qualche modo una redistribuzione della ricchezza. Sennò tra qualche anno dovremo fare tutti le valigie per la Cina

le statistiche ci dicono che in Italia aumentano le vendite di yacht e altri beni di lusso simili: chi li compra? gli operai? non credo proprio! se li comprano gli imprenditori, ma solo quei pochi che hanno incrementato i loro guadagni e non i titolari di piccole imprese.

Contemporaneamente le famiglie medie.... tendono verso il basso. Gli enti locali aumentano i costi dei servizi di base per i tagli da parte dello stato.

La tassazione di rendite da lavoro dipendente e quella dei piccoli imprenditori varia dal 30% fino al 49% mentre quella da rendite patrimoniali è ferma al 12%.

Vi sembra questa una corretta distribuzione della ricchezza?

Scusate se sono andato OT...
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Tutte le generalizzazioni sono pericolose...compreso questa!
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« Risposta #43 il: Novembre 11, 2010, 11:33:14 »



Il tuo discorso sulla VW è solo parziale. Anche questa azienda ha deciso di aprire due stabilimenti in Cina ed uno in India. per prendere le opportunità che arrivavano da quel mercato.




fanno tuti così ormai. Il guaio è che a guadagnarci sono solo gli imprenditori, mentre il paese (ma l'occidente in generale) si impoverisce, aumenta la disoccupazione e non diminuisce neppure il prezzo delle auto (benefici in tasca di pochi e a danno di tutti). Dovrebbero fare delle leggi che impongono in qualche modo una redistribuzione della ricchezza. Sennò tra qualche anno dovremo fare tutti le valigie per la Cina

Con il WTO ci si prova così come il G20... ma secondo te queste cose le staranno a sentire?
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« Risposta #44 il: Novembre 11, 2010, 11:50:10 »

La tassazione di rendite da lavoro dipendente e quella dei piccoli imprenditori varia dal 30% fino al 49% mentre quella da rendite patrimoniali è ferma al 12%.
Vi sembra questa una corretta distribuzione della ricchezza?


Purtroppo le tasse del 12.50% sulle rendite finanziarie è un vecchio e annoso problema.
Le soluzioni sono state all'incirca le seguenti:

1) la tassazione del 12.50% è sia sui guadagni da capitali (capital gain) sia da titolo di stato. Se mettiamo la tassazione al 20% come si è ventilato da più altri si raggiungerebbe si lo scopo di colpire del rendite finanziarie puri ma anche i BOT, CCT, CTZ ecc. cui gran parte dei piccoli medi risparmiatori ricorrono per salvaguardasi dalla tassa occulta dell'inflazione. E' impossibile mettere due tassazioni diverse. In Italia abbiamo si è no 300 aziende quotate in borsa con una tassazione del genere chi verrà colpito?

2) istituzione della cosidetta Tobin Tax (già pensata da Keynes nel 1932). Questa tasse sulle transazioni finanziarie che vedo come la più semplice ed immediata perchè gran parte dei guadagni e delle speculazioni vengono fatti con le cosiddette short transition o le overnight ovvero le transizioni fatte in pochissimo tempo che hanno solo fini speculativi (proposta bocciata dalla BCE e proposta da Francia e Germania). Agirebbe come in imposta di bollo o di registro: più transazioni faccio più tasse pago. In questo modo non si colpirebbero i piccoli risparmiatori perchè generalmente questi tengono anche per 30 anni i propri titoli.

3) differenziare le banca in finanziarie e banche cd tradizionali e mettere una sorta Robin Hood Tax sulle prime. Sarebbe alquanto difficile da fare in Italia dove le banche sono soprattutto tradizionali e il ramo finanziario è solo una piccola parte del totale.

Certo che tassare al 27% i Conti correnti è altrettanto scorretto quantomeno dovrebbero essere riportati anche questi al 12.50%
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